“Non siamo mai stati contrari all’abolizione degli appartamenti di servizio nelle zone produttive o al loro utilizzo solo per la sorveglianza dell’azienda, come ha affermato nei giorni scorsi il presidente dell’Apa-Lvh Gert Lanz, semmai abbiamo proposto una soluzione che risolva i problemi riscontrati con la rigida applicazione delle norme urbanistiche ancora in atto, nell’ambito dei tavoli tecnici convocati dall’assessore provinciale Richard Theiner per la stesura della nuova Leggete Territorio e Paesaggio”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA-SHV.
“Consideriamo da sempre gli alloggi di servizio – chiarisce Corrarati –un valore aggiunto per le aziende di piccole e piccolissime dimensioni. Nei nostri 14 consorzi dei centri urbani, dal 1984 ad oggi, abbiamo insediato quasi 250 aziende e creato 750 posti di lavoro, sempre prevedendo gli alloggi di servizio. Con gli anni, però, abbiamo visto concretizzarsi situazioni spiacevoli che non avevamo preventivato, molto sentite nelle città e meno rilevanti nelle aree produttive delle zone rurali a ridosso magari di centri turistici. La norma in vigore prevede che azienda e alloggio siano strettamente collegati e cedibili solo insieme. Ciò significa che imprenditori anziani, che hanno più di 70 anni, se cedono l’azienda a terzi o la chiudono, non hanno più il diritto di abitare nell’alloggio che è stato la loro casa per oltre 30 anni. Cercare un nuovo alloggio, in affitto o in proprietà, non è quel che desidera un qualsiasi settantenne. Aggiungiamo che la crisi degli ultimi anni e la presenza di numerosi immobili inutilizzati nelle zone produttive delle città ha abbassato di molto il valore dei capannoni produttivi e degli alloggi di servizio annessi”.
La situazione è così grave, in alcuni casi, che l’imprenditore “preferisce rimanere in azienda fino alla morte pur di non perdere la casa – rimarca il presidente di CNA-SHV -. Ecco perché crediamo che, nella discussione sulla nuova Legge Territorio e Paesaggio, che per semplicità consideriamo la nuova legge urbanistica, non debba trovare spazio uno scontro tra associazioni di categoria in cui vinca chi fa la voce più grossa. Rimane, e di questo invito i colleghi dell’Apa-Lvh a prenderne atto, una differenza sostanziale tra aree produttive e alloggi di servizio nelle valli e nel fondovalle. La nuova legge ci offre l’opportunità di trovare soluzioni che consentano un equilibrato sviluppo economico, senza ulteriore consumo del territorio, permettendo anche alle PMI di radicarsi e disporre di alloggi di servizio nelle città, purché in futuro siano scorporabili dallo stabilimento produttivo al momento della cessione o della chiusura dell’attività”.