Un ponte tra anziani e giovani per rilanciare le PMI esistenti, che altrimenti rischiano di morire senza un successore, focalizzando gli sforzi della politica verso il patrimonio umano e imprenditoriale esistente e non soltanto sulle start-up. È il messaggio emerso oggi nel corso del Convegno “Artigiani, la pensione diventa un miraggio?”, organizzato da CNA-SHV nel contesto della Fiera d’Autunno.
Dopo i saluti iniziali del sindaco Renzo Caramaschi, che ha ricordato come £oltre il 30% della popolazione sia over 65, ovvero un patrimonio di conoscenze e impegno civile e sociale da valorizzare”, il presidente di CNA-SHV, Claudio Corrarati ha introdotto i lavori: “I nostri artigiani anziani sono i saggi che potrebbero affiancare molti under 30 come tutor nella successione d’azienda, purché si punti su tre fattori fondamentali: eccellenza, gioventù e passione”.
Da qui nasce la collaborazione che CNA-SHV ha attivato con la Libera Università di Bolzano, in particolare con il neonato nucleo di Family Business affidato al prof. Alfredo De Massis, il più giovane docente ordinario d’Italia, riportato in patria da Unibz dopo una significativa esperienza in Inghilterra. “Il tema della successione d’impresa – ha spiegato il docente – è fondamentale perché tra le PMI, che sono l’ossatura economica portante non solo dell’Italia ma di tutta Europa, solo il 30% sopravvive al passaggio dalla prima alla seconda generazione, solo il 12% dalla seconda alla terza generazione e solo il 4% dalla terza alla quarta. Aggiungiamo che il 60% degli imprenditori è over 60. Studieremo il fenomeno in Alto Adige, cercando di fondere tradizione e innovazione, perché i nostri giovani sono creativi e preparati, ma devono essere invogliati a mettersi in gioco nella propria terra anziché andare all’estero per rimanerci. La politica dedica troppa attenzione alle start-up e poca alle PMI familiari esistenti, in tal modo contribuisce in maniera poco incisiva allo sviluppo del Paese”.
La deputata Luisa Gnecchi, membro della Commissione Lavoro della Camera, ha illustrato il check-up al sistema previdenziale, che dal 1992 ad oggi ha visto susseguirsi ben 21 interventi normativi: “L’artigianato – ha detto – è l’arte del saper fare e, a parte alcuni settori di nicchia, non ha sofferto la digitalizzazione, che anzi ha aperto le frontiere dell’e-commerce oltre a migliorare la competitività aziendale. In Alto Adige ci sono 5.913 artigiani con una pensione di anzianità media di 1.428 euro lordi e 886 artigiane con in media 1.115 euro lordi. Inoltre ci sono 886 uomini con pensione di vecchiaia, in media 772 euro lordi, e 2.211 donne con pensione di vecchiaia, in media 596 euro. Nel 2015 c’è stato un fenomeno nuovo: sono andati in pensione di anzianità 259 artigiani, con 1.763 euro medi di reddito lordo mensile, e 58 donne, con 1.265 euro, oltre a 47 uomini e 18 donne con pensioni di vecchiaia. Dal punto di vista pensionistico, l’artigianato è solido. Adesso occorre intervenire con la nuova Finanziaria per incentivare la decontribuzione e le agevolazioni fiscali che invoglino all’assunzione di giovani apprendisti, la scelta migliore per costruire la successione aziendale”.
Riflessioni raccolte da Roberto Bizzo, presidente del Consiglio provinciale, che ha esortato i giovani “a muoversi nonostante le incertezze sul futuro e le macerie morali sulle quali costruire. Abbiamo i migliori cervelli del mondo al minor costo del mondo”.
Alla fine del convegno, il fondatore 40 anni fa e ancor adesso direttore di CNA-SHV, Pino Salvadori, ha chiamato uno per uno i 38 artigiani pensionati ancora attivi in azienda, premiati con un attestato di benemerenza, per il legame forte con l’azienda e la professionalità, e con una spilla in argento con il logo dell’Associazione.