Arte è partecipazione. Da Ascoli Piceno al “Cielo d’Italia” dell’Expo

“Libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”. E allo stesso modo, parafrasando Giorgio Gaber, si potrebbe dire che l’arte non è solo creatività, ma nel caso di Barbara Tomassini, è anche partecipazione. “Sento sempre forte, quando mi pongo davanti a un’opera e voglio comunicare il mio modo di essere, l’importanza di essere in un determinato posto e momento. Racconto una storia che si interseca e interagisce con la mia di storia”. Barbara Tomassini, pittrice e ceramista di Folignano, piccolo centro sulle alture di Ascoli Piceno, spiega così la voglia e l’orgoglio di partecipare con due opere al “Cielo d’Italia”, il grande “lavoro maiolicaro” che rappresenterà l’arte e la ceramica delle città italiane all’Expo di Milano.

Un corso regionale di ceramica, sei anni nello studio di un pittore ascolano dove sviluppa la passione che trasferirà nell’attività, e poi l’apertura di “Artè di Barbara Tomassini”, a Folignano, dove la Tomassini realizza manufatti in ceramica decorati a mano con tecniche artigianali, dipinti e opere di restauro. I suoi lavori sono presenti in numerosi palazzi, chiese e abitazioni private, fino a Miami, in Florida.

“Arte, artigianato e creatività sono un movimento continuo – spiega Barbara – che ci porta verso gli altri e ci restituisce tante altre cose. Come nel caso dell’Expo: siamo dentro un’opera, il Cielo d’Italia appunto, che rappresenta un’eccellenza del nostro Paese, la voglia di farci conoscere e valere per superare questi momenti così difficili”.

Il Cielo d’Italia è un’iniziativa, guidata dalla città di Castelli, in Abruzzo, che riguarda la ceramica di tutta Italia e di tutte le città della ceramica. I ceramisti sono stati invitati a realizzare delle piastrelle che avessero per tema concetti quali cibo, energia, vita, ovvero i temi dell’Expo. Una volta realizzate, le piastre saranno montate per costituire un vero e proprio soffitto, come quello famoso di una chiesa di Castelli, che sarà posizionato all’interno dei padiglioni.

Le raffigurazioni scelte da Barbara Tomassini sono Gea e Sibilla. Gea (madre terra), rappresenta la potenza dell’amore dell’uomo per la natura e la grande responsabilità che ognuno ha verso se stesso e il genere umano. E’ una donna distesa su di un prato fiorito circondata dai quattro elementi sintetizzati da filamenti e movimenti cromatici in rosso, verde, ramina, azzurro e vetro fusione, tecnica che Barbara esegue da oltre 15 anni.

Sibilla è invece una figura mitica appartenente al territorio Piceno e che costituisce il carattere dei Monti Sibillini. E’ un essere simbolico che esprime in tutta la sua fierezza il compito primario di proteggere, attraverso i suoi artigli, la terra, alla presenza vigile dell’amata compagna luna.

“Gea ha un legame molto forte con me – dice Barbara – e non solo perché mi sono ispirata all’autoritratto. E’ un’idealizzazione e un’autocritica nei miei confronti. Un tempo fumavo e non facevo la raccolta differenziata. Anche il rispetto di se stessi e della natura fanno parte di un percorso. Fanno parte di quel senso di partecipazione di cui dicevo prima e che, nel concreto dell’artigianato artistico che rappresentiamo, significa anche promozione. Significa avere come obiettivo quel farsi valere che di questi tempi fa la differenza fra l’esserci e il non esserci. Come artista, come artigiano e imprenditore”.