Sono trascorsi otto mesi dall’approvazione da parte della giunta provinciale del regolamento sugli alloggi temporanei per i lavoratori nelle zone produttive ma, di fatto, nulla è cambiato. Il perché è presto detto: in base alla normativa questo tipo di alloggi può essere realizzato presso gli immobili produttivi solo se tale possibilità è prevista nei piani di attuazione della zona in questione. Piani d’attuazione che quindi, alla luce di questa novità, devono essere aggiornati, ma così ancora non è stato.  “Se in teoria quindi l’innovazione urbanistica varata a fine 2021 rappresenta una importante, seppur parziale, risposta alla ormai cronica carenza di alloggi per il personale – spiega il segretario di CNA SHV Alto Adige Gianni Sarti – in pratica però, almeno fino adesso, è rimasta una possibilità solo sulla carta. È necessario quindi che gli uffici tecnici dei Comuni e, per le zone di interesse provinciale, della Provincia, si attivino al più presto per introdurre le previste indicazioni, il tutto in assenza di criteri oggettivi a parte i requisiti acustici e sanitari”. Secondo quanto stabilito dal regolamento i piani attuativi in questione devono prevedere per quali attività, per quali lotti e in che misura possono essere realizzati tali alloggi.  L’esigenza di alloggi per il personale da parte delle imprese artigiane è notevole. CNA-SHV, in quanto associazione di rappresentanza, lo sa bene ed è per questo che a fine anno, dopo mesi di confronto, aveva salutato con soddisfazione l’approvazione da parte della Provincia del regolamento. È infatti noto che la nostra provincia rappresenta un polo di attrazione per forza lavoro che spesso non si riesce a reperire in ambito locale e che volentieri si trasferirebbe da altre realtà caratterizzate da maggiore tasso di disoccupazione se solo potesse trovare alloggio, sia pur temporaneo, a costi sostenibili. Sarebbe inoltre una soluzione anche per tutti quei lavoratori che altrimenti sono costretti a spostarsi ogni giorno da una parte all’altra della provincia. “Rendere attuabile al più presto questa possibilità significherebbe dare alle imprese uno strumento per contrastare i problemi, tra loro connessi, della carenza del personale e del caro casa. Problemi che affliggono in particolar modo le aziende del fondovalle”, commenta il presidente di CNA Trentino Alto Adige Claudio Corrarati che conclude: “Confidiamo che le amministrazioni pubbliche siano in grado in tempi brevi di farsi parte attiva nell’aggiornamento dei piani attuativi, affinché questa apprezzata innovazione non rimanga a lungo lettera morta”.