Burocrazia, gli artigiani chiedono parità di condizioni

“Questo osservatorio non nasce in contrapposizione alle altre categorie ma è finalizzato a definire meglio il nostro mondo, per far sì che anche nell’alimentare ci possa essere l’evoluzione normativa avvenuta per l’impresa agricola”. Il presidente della CNA, Daniele Vaccarino, conclude la presentazione del rapporto “Comune che vai burocrazia che trovi. Cibo a ostacoli” sottolineando il ruolo fondamentale dell’impresa artigiana nell’economia del Paese e in particolare del Made in Italy agroalimentare. E inoltre rivendica il ruolo della Confederazione, che è rappresentanza degli associati ma anche elemento positivo e propositivo per rimettere l’Italia sul sentiero della crescita economica.

“La nostra confederazione – ha detto Vaccarino – guarda al futuro e ai suoi mutamenti in funzione delle piccole imprese” e intende contribuire a individuare le traiettorie dello sviluppo e della crescita. Il secondo rapporto dedicato alla burocrazia è dedicato al settore alimentare, alle penalizzazioni alle quali sono soggette le decine di migliaia di imprese artigiane di un comparto in crescita e attraversato da profondi mutamenti sociali e culturali.

CNA offre un contributo alla politica per correggere storture normative, modernizzare l’architettura legislativa. “Con questo strumento intendiamo metterci a disposizione della politica per risolvere le mancanze normative presenti” ha detto Vaccarino.

Alla presentazione del rapporto anche la vice presidente di CNA Nazionale con delega alla burocrazia, alla semplificazione e alla dgitalizzazione, Stefania Milo. “E’ un rapporto realizzato con metodi scientifici” ha evidenziato. “Se il cliente deve consumare una pizza seduto su uno sgabello scomodo non è colpa dell’artigiano che non vuole investire ma del quadro normativo antico e con grossi vuoti”.

La presentazione del rapporto è stata conclusa dall’intervento del sottosegretario allo sviluppo economico, Gian Paolo Manzella il quale ha messo in risalto il ruolo del mondo della rappresentanza d’impresa. “Le associazioni hanno un ruolo potenzialmente centrale” annunciando la volontà di avviare “una strategia a favore delle piccole e medie imprese che sarà terreno di confronto con i rappresentanti delle imprese per definire un orizzonte e una visione”.

Manzella ha molto apprezzato il rapporto realizzato dalla CNA ed ha assicurato che partirà rapidamente una riflessione per capire se la recente sentenza del Consiglio di Stato richieda un intervento normativo e per verificare una riforma della legge sull’artigianato. Sul settore alimentare “l’obiettivo sarebbe arrivare a definire un vademecum del mangiare comodo”. Infine si è fatto promotore di un incontro in Conferenza Stato-Regioni dove avviare un confronto sulle proposte presentate da CNA.

Apprezzamento al contenuto del rapporto della CNA anche dal professore Sabino Cassese, tra i massimi esperti di diritto amministrativo. “Lo studio mette in rilievo la necessità di fare riferimento al contesto. Il settore alimentare è attraversato da profondi cambiamenti sociali e si può pensare di regolarlo con le norme di ieri? E’ necessario adeguare norme e regolamenti”. Cassese inoltre ha rilevato che sono venute meno le barriere ma “si continua a ragionare che l’intervento dello Stato in economia avviene in termini di separazione merceologica”.