Catalfo

Un premio alle imprese che mantengono i livelli occupazionali; ulteriori e specifiche risorse per le piccole imprese nel Fondo Nuove Competenze. No a un ammortizzatore sociale unico per tutti. E poi: garantire l’incontro tra le esigenze delle imprese e le competenze di chi è in cerca di occupazione. E ancora: sinergie tra pubblico e privato per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Questi alcuni dei temi più importanti sul tavolo dell’incontro in modalità webinar con la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, per discutere dei contenuti del decreto Ristori Quinques.

Le imprese danneggiate dall’emergenza

Nel corso dell’incontro abbiamo sollecitato il potenziamento degli interventi a sostegno delle imprese che subiscono danni dalle limitazioni delle attività, a prescindere dal colore della Regione in cui operano e dal settore di attività.

Abbiamo ribadito poi la necessità di prolungare le settimane di integrazione salariale con causale “Covid-19” e di prevedere concreti aiuti anche per i lavoratori autonomi. Serve anche una ulteriore proroga delle facilitazioni previste per i contratti a tempo determinato. Alle imprese vanno garantiti più ampi margini di flessibilità.

Il divieto licenziamenti

A fronte del rischio di un aumento della disoccupazione per il venir meno del divieto di licenziamenti, è importante prevedere nuovi strumenti di sostegno e incentivi per le aziende che non licenzieranno e, soprattutto, per quelle che assumeranno.

Le politiche attive del lavoro

Nel corso dell’incontro abbiamo ribadito la necessità di continuare a investire sulle politiche attive del lavoro, anche prevedendo ulteriori risorse per il Fondo Nuove Competenze, ampliandone il periodo temporale di intervento e prevedendo un accantonamento specifico per le piccole imprese.

E poi va favorito l’incontro tra la domanda di esigenze specifiche delle imprese e l’offerta di chi è in cerca di occupazione. Solo valorizzando le competenze sarà possibile fronteggiare il mismatch tra le figure presenti nel mercato del lavoro e quelle richieste dalle imprese.

Gli ammortizzatori sociali

In merito agli ammortizzatori sociali, pur concordando con la necessità di estenderli anche ai settori non ancora coperti, come CNA abbiamo ribadito che universalità di tutele non può (e non deve) significare anche unicità degli strumenti.

Creare un ammortizzatore sociale unico e identico per tutti i settori e per tutte le imprese sarebbe profondamente sbagliato. Sarebbe altrettanto grave considerare il periodo di crisi appena affrontato come metro di misura per un eventuale riforma.

L’esperienza di FSBA

La specificità è un esempio di efficienza del sistema che deve essere valorizzato, come dimostrato dall’esperienza assolutamente positiva del Fondo di Solidarietà Bilaterale Alternativo dell’Artigianato (FSBA). Abbiamo, pertanto, ribadito che qualsiasi ipotesi di riforma non potrà prescindere dal mantenimento e dal potenziamento di questo strumento.