La nuova disciplina delle concessioni balneari italiane dev’essere rispettosa degli attuali gestori tenendo conto che c’è disponibilità di litorali ancora assegnabili.

Lo si legge in uno studio, titolato “Italian State Beach Concessions and Directive 2006/123/EC in the European Context”, avviato su richiesta del Comitato europeo sulle petizioni dell’Europarlamento, datato novembre 2017 ma disponibile solo da pochissimi giorni.

Il documento rileva come in nessun Paese d’Europa la disciplina delle concessioni balneari possa essere definita ottimale e che, quindi, ogni riforma va adattata alle esigenze locali. In Italia deve tenere conto dell’esistenza di una larga disponibilità di spiagge ancora assegnabili: solo circa un quarto delle coste attualmente è  occupato. Di conseguenza, non possono essere invocati eventuali ostacoli alla concorrenza. I tradizionali rinnovi delle concessioni, inoltre, hanno spinto gli imprenditori a investire senza preoccuparsi della sostenibilità temporale dei loro sforzi. Proprio alla luce di queste considerazioni, lo studio suggerisce di agire su un “doppio binario” che preveda di indire immediatamente gare solo per i tratti di litorale liberi. Per  riassegnare tratti di costa già concessi, invece, l’analisi chiede di riconoscere il legittimo affidamento agli attuali concessionari non solo perché hanno investito confidando nel rinnovo automatico di prassi ma anche perché la Direttiva Bolkestein prevede espressamente di rispettare le ragioni fondamentali di interesse generale e, quindi, le diversità esistenti finora tra un Paese membro e l’altro dell’Unione europea nella regolamentazione delle concessioni balneari. E non può essere usata per procedere a espropri di fatto.

“Le conclusioni dello studio, tanto scientificamente autorevole, dimostrano che le nostre richieste avanzate al Governo e al Parlamento italiani sono legittime, non animate esclusivamente da interessi di parte. Suffragate appunto da una fonte terza, come il documento presentato all’Europarlamento,  possono essere legittimamente sostenute, e con vigore, a Bruxelles per poter restituire certezza a tante migliaia di imprenditori che chiedono solo di fare al meglio il proprio lavoro”, commenta in un comunicato CNA Balneatori.