“La decisione della Regione Veneto di finanziare il completamento della Pedemontana Veneta, che congiungerà l’area vicentina con quella trevigiana, attraverso la reintroduzione dal 2018 della addizionale regionale, non applicata ai veneti  dal 2008, su tutti i redditi superiori ai 28mila euro con aliquota crescente, richiede trasparenza e la necessità di rivedere quei progetti predisposti all’insegna del project financing, ossia l’ accordo tra pubblico e privato, affinchè gli errori in fase progettuale, tecnica ed economica, non ricadano alla fine sui cittadini e sulle imprese.”

Lo afferma il Direttore della CNA Alessandro Monini il quale sottolinea che pur nella consapevolezza che l’infrastruttura viaria in questione sia ritenuta un’opera prioritaria per quel territorio, con una valenza non solo nazionale ma anche internazionale, un aumento della pressione fiscale per i cittadini e per le imprese sarebbe deleterio, considerato inoltre che è incomprensibile il fatto che un’opera il cui costo originario era stato calcolato in 800 milioni di euro ora arrivi a 2,2 miliardi.

“Scaricare ora sui cittadini veneti gli errori nella gestione del progetto è inaccettabile e per questo vi è la necessità – commenta il Direttore CNA – di una iniziativa a livello regionale che coinvolga il Governo, per una maggiore incisività rispetto alla definizione e realizzazione degli interventi infrastrutturali considerati prioritari per il Paese destinando risorse adeguate dopo una attenta valutazione tecnica economica delle opere e delle ricadute sui territori, dall’altra i privati che hanno promosso il project financing ed hanno valutato il traffico potenziale della nuova infrastruttura e quindi l’ammontare possibile dei pedaggi riscuotibili essendo i concessionari dell’opera .

Una forte e tempestiva azione veneta, che coinvolga la Regione, i parlamentari veneti, le rappresentanze economiche e sociali nei confronti del  Governo – prosegue Alessandro Monini- dovrebbe estendersi anche su altri ambiti che riguardano le infrastrutture collocate nel territorio e di valenza più ampia a livello  nazionale, non ultimi, per il Polesine, il futuro del sito Enel di Polesine Camerini ed il riconoscimento di quelle misure di compensazione che spettano a quei territori che ospitano impianti   di produzione energetica, qual’è il rigassificatore al largo di Porto Levante 

Ciò era già previsto dalla legge del 2009 in materia di “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese nonché in materia di energia,, ma nonostante le sollecitazioni   dei parlamentari polesani di tutti gli schieramenti tale riconoscimento economico non è ancora avvenuto.

E’ necessaria  – conclude il Direttore CNA – un’azione unitaria delle Istituzioni e dei Rappresentanti politici polesani nei confronti della Regione e del Governo nazionale affinchè la nostra comunità , assieme a quella di altre realtà venete, che nel corso degli anni hanno ospitato ed ospitano nei loro territori infrastrutture considerate strategiche per il Paese, abbiano le giuste e dovute compensazioni, accanto ad una programmazione e realizzazione infrastrutturale adeguata a rendere i territori e le imprese maggiormente competitive.”