La Commissione Lavoro del Senato ha concluso l’esame del disegno di legge, che passa ora al vaglio dell’Aula. Numerose sono le buone notizie per i professionisti: l’estensione per i lavoratori autonomi del congedo parentale a sei mesi, rispetto ai precedenti tre, e maggiori tutele per la maternità, prevedendo la sostituzione della lavoratrice autonoma da parte di familiari o soci.

Inoltre, una modifica di particolare rilievo è quella che estende la tutela commerciale nelle transazioni commerciali già ammessa alle imprese, anche ai lavoratori autonomi, non solamente nei rapporti commerciali tra privati, ma anche in quelli tra lavoratori autonomi e PA.

Sul fronte dell’equiparazione fra professionisti e imprese sono previste nuove possibilità di costituire reti, consorzi, e associazioni temporanee professionali, sempre nel caso di partecipazione a bandi nazionali e internazionali.

Giudizio positivo, anche, sull’istituzione dello Sportello dedicato al lavoro autonomo costituito presso le Associazioni ex L.4/2013, come richiesto più volte dalla CNA.

Si rilevano, tuttavia, numerose criticità in merito all’approvazione di articoli che rafforzano le tutele esclusivamente nei confronti delle professioni ordinistiche. Si tratta in particolare della delega al Governo per l’individuazione di atti pubblici rimessi agli ordinisti nell’ottica di deflazione del contenzioso giudiziario e di certificazione dell’adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energia; nonché di misure di protezione sociale specifiche per le professioni ordinistiche. Analoga protezione non è, invece, stata estesa ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS che attendono da tempo una soluzione che tenga conto della loro specificità.

Pertanto, alla ripresa dei lavori parlamentari, CNA Professioni continuerà a dare voce e concretezza alle tante istanze dei professionisti ex legge 4/2013, a partire da quelle in materia previdenziale, volte a ridurre l’aliquota previdenziale per i professionisti iscritti alla gestione separata INPS al 24% e a riorganizzare in apposite sezioni la Gestione separata.