Con il riscaldamento globale più piogge estreme e siccità

Un nuovo allarme sui cambiamenti climatici arriva dall’Ipcc, Intergovernmental panel on climate change, il comitato scientifico dell’Onu.

Nell’ultimo rapporto “Cambiamento climatico e territorio” viene sottolineato che il riscaldamento globale provocato dall’uomo farà aumentare la siccità e le piogge estreme in tutto il mondo pregiudicando le produzioni agricole e la sicurezza delle forniture alimentari. In particolare il rapporto indica che aumenteranno frequenza e intensità delle siccità nel Mediterraneo e nell’Africa meridionale.

L’Ipcc nell’ottobre dell’anno scorso aveva pubblicato il rapporto sul clima nel quale avvertiva che se il mondo non riduce subito le emissioni dei gas serra già nel 2030 il riscaldamento globale potrebbe superare la soglia di +1,5 gradi dai livelli pre-industriali.

Il Comitato dell’Onu indica gli strumenti per ridurre le emissioni di gas serra e quindi contenere il riscaldamento globale. In dettaglio occorrono produzione sostenibile di cibo, gestione sostenibile delle foreste, gestione del carbonio organico nel suolo, riduzione della perdita e dello spreco di cibo.

Secondo il rapporto, alcuni interventi hanno un impatto immediato, altri richiedono decenni per avere risultati. Tra i primi, la conversazione degli ecosistemi che catturano grandi quantità di carbonio. Sul lungo periodo, invece, la forestazione e la riforestazione, il ripristino dei suoli degradati.

Il rapporto Ipcc conferma come la minaccia climatica rappresenti un rischio concreto e imminente rispetto al quale è necessario attrezzarsi per contenerne gli effetti. Coerentemente con quanto sostenuto da CNA, il cambiamento climatico non può essere sottovalutato né dal decisore pubblico  né dagli operatori economici per i possibili effetti sul sistema produttivo e sociale del nostro Paese.

CNA sostiene da tempo la necessità di agire in fase preventiva, attraverso la programmazione coerente ed organica di politiche pubbliche, volte alla mitigazione del rischio climatico, e di piani operativi – in cui siano attentamente individuati misure e strumenti efficaci – mirati a rafforzare la resilienza del nostro Paese, riuscendo a trovare in tale ottica anche una nuova chiave di sviluppo in grado di risollevare la nostra economia.