“Ora l’Europa deve dare una sterzata”. Le parole di Dario Costantini, presidente nazionale di CNA, risuonano con forza al termine della tavola rotonda che ha chiuso l’assemblea elettiva di CNA Piacenza, che ha eletto la sua nuova presidente: Cristiana Crenna, imprenditrice di Fiorenzuola d’Arda, socia, insieme a suo fratello, dell’azienda Pasta & co.

Un confronto franco, dai toni quasi familiari, ma denso di contenuti, quello che ha visto protagonisti tre piacentini di peso: il ministro Tommaso Foti, lo stesso Costantini e Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna.

Il messaggio che emerge è chiaro: servono scelte coraggiose. Di fronte a un’Europa che da anni oscilla tra prudenza e immobilismo, la realtà delle imprese – soprattutto quelle artigiane e di piccola dimensione – impone una sterzata netta. La crisi energetica, la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, il freno agli investimenti: sono le spine nel fianco di un tessuto produttivo che non si è mai fermato, neppure durante la pandemia, e che oggi si trova ad affrontare l’incertezza di un mercato globale attraversato da oltre cinquanta conflitti attivi.

Costantini, reduce da un lungo tour di assemblee in tutta Italia, porta con sé la voce di un’Italia che lavora. A Piacenza ringrazia il territorio, parla della nuova governance al femminile della CNA e rilancia con decisione un concetto centrale: “sono le imprenditrici e gli imprenditori a creare lavoro, non la politica”. Una dichiarazione che non è uno slogan, ma una fotografia di una realtà che tiene in piedi l’export italiano – che, come ha ricordato, arriva fino al 40% grazie al lavoro delle imprese artigiane – e che chiede solo condizioni giuste per poter crescere.

Il ministro Foti ha riconosciuto le difficoltà dell’attuale assetto europeo: “le microimprese non riescono nemmeno ad accedere ai bandi”. Il nodo dei dazi, le politiche energetiche annunciate ma ancora timide, l’assenza di decisioni forti: tutto questo genera incertezza e rallenta la crescita. Da qui l’appello alle categorie: “ci serve la pratica, non la teoria”.

Anche Colla ha insistito su una parola chiave: autonomia strategica. In un continente schiacciato tra la Silicon Valley e la Cina, serve recuperare capacità industriale e sapere tecnologico, ma anche competenze artigianali e tecniche spesso trascurate. Le direttrici sono chiare: chimica, acciaio, energia, attrazione e trattenimento dei talenti.

Se c’è una regione che può guidare questa svolta è l’Emilia-Romagna” ha affermato Costantini, ricordando non solo la forza economica ma anche la qualità del tessuto sociale e istituzionale.

Dal 2008 ad oggi il mondo ha cambiato pelle, ma le piccole imprese sono rimaste il cuore pulsante dell’economia reale. Oggi però, con investimenti in calo, consumi al minimo e risparmi in aumento, serve una scossa. L’Europa deve scegliere se restare spettatrice o tornare protagonista. E per farlo, deve partire proprio da chi, ogni giorno, crea valore: le imprese.