“Sono molto contento di essere qui”. Ha un alto valore simbolico e contiene un messaggio importante la prima visita a un’impresa del nuovo Presidente CNA, Dario Costantini. “Artigiani e piccoli imprenditori non abbandonano la propria terra, sebbene martoriata da terremoto”.

Nei pressi di Ascoli Piceno, nel mezzo del cratere sismico delle Marche, Costantini fa visita alla Slam, una impresa familiare che ha tagliato il traguardo del primo quarto di secolo e che ha vissuto sulla propria pelle, come molte altre realtà, il dramma del terremoto del 2016 e poi il Covid.

Tra mille difficoltà l’impresa ha deciso di rimanere nel cratere per non disperdere il forte legame con il territorio, potendo contare anche sul supporto offerto dalla CNA.

“La vicinanza con il territorio, la determinazione a superare tutte le difficoltà – ha sottolineato Costantini – sono un tratto distintivo delle nostre imprenditrici e dei nostri imprenditori”. Ad accompagnare Costantini, il Vice Presidente nazionale Gino Sabatini, la Presidente di CNA Ascoli Piceno, Arianna Trillini, il segretario di CNA Marche Otello Gregorini e il direttore di CNA Ascoli Piceno Francesco Balloni.

Il sistema CNA ha dimostrato di essere un valido supporto per i nostri associati nei momenti più difficili – ha aggiunto Costantini – ma dobbiamo fare ancora di più per conoscere a fondo le imprese, capire le loro esigenze e offrire risposte e soluzioni adeguate”.

La visita nelle Marche è l’occasione per constatare il profondo attaccamento degli artigiani e delle micro imprese ai luoghi dove hanno le proprie radici e per riflettere sul fenomeno delle delocalizzazioni produttive. “Molte grandi imprese abbandonano l’Italia per ridurre il costo del lavoro o per pagare meno tasse. È una opzione estranea alla cultura degli artigiani e delle micro imprese”.

Le recenti esperienze italiane e straniere confermano che i divieti ai trasferimenti all’estero, introdotti in Francia, e la penalizzazione per coloro che hanno beneficiato di aiuti pubblici, adottate in Italia dal 2018, non hanno prodotti i risultati sperati. Al pari degli incentivi offerti per attrarre gli investimenti esteri e i contratti d’area con il coinvolgimento degli enti locali. “Non credo alle scorciatoie e ancor meno a provvedimenti punitivi.

“Per frenare le delocalizzazioni – prosegue Costantini – più che incentivi e restrizioni, che limitano la libertà di movimento dei capitali e del lavoro, è necessaria la creazione di un ambiente favorevole alle imprese. Penso a un fisco semplice e a una pubblica amministrazione efficiente, a un quadro normativo stabile e a infrastrutture adeguate. A un mercato del lavoro ben funzionante e a disponibilità di mano d’opera dotata di competenze qualificate.”