Si è svolto lunedì 13 aprile presso la  sala Pietro da Cemmo del Museo Civico di Crema il convegno organizzato da CNA Cremona dal titolo “imprese&fisco”.

Dopo i saluti del Presidente di CNA Cremona Giovanni Bozzini, il Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze On. Paola De Micheli e il Responsabile Politiche Fiscali di CNA Nazionale Claudio Carpentieri, moderati dal giornalista del Sole24Ore Gianni Trovati, si sono confrontati sugli importanti temi alla ribalta della cronaca economica di questi ultimi mesi.

Da una parte le richieste delle imprese, dall’altra cosa è stato fatto e cosa si pensa di fare, con qualche minuto in più rispetto ai tempi televisivi che vedono spesso il Sottosegretario De Micheli protagonista.

Il messaggio lanciato dalle imprese e dal Presidente Bozzini nei saluti di apertura è chiaro: “In questi ultimi anni le imprese hanno conosciuto aumenti esponenziali nella tassazione a cui sono sottoposte. Spesso abbiamo sentito molti annunci, ma stiamo ancora aspettando i frutti di quanto ci viene promesso. Questo incontro cade in un momento particolarmente delicato per la vita delle piccole imprese. Da una parte c’è la speranza che il peggio sia passato anche se la ripresa appare lontana; dall’altro, ci sono una serie di novità che sono state o saranno introdotte in materia fiscale. Per alcune realtà è un labirinto in cui è difficile districarsi e di cui è altrettanto complicato capire i meccanismi. Oggi la misura è davvero colma e ci auguriamo davvero che si possano essere svolte positive per le imprese e per il mondo produttivo“.

Claudio Carpentieri, responsabile nazionale del settore politiche fiscali di CNA Nazionale, nel corso del suo intervento ha sottolineato come le imprese si scontrano con tante diverse pressioni fiscali, che incidono sul reddito d’impresa in maniera notevole. “In Italia – sottolinea Carpentieri – ci sono valori catastali degli immobili che sono scollegati dal valore di mercato che essi hanno a seconda del territorio in cui si trovano. Questo determina una tassazione locale che pesa sul reddito d’impresa che può arrivare anche al 30%. Bisogna eliminare le iniquità e ridurre la pressione fiscale. Le iniziative sull’Irap sì si percepiscono, ma sono riduttive perché sulla piccola impresa arriviamo al massimo a un beneficio di 1000 euro all’anno che è ben poca cosa rispetto a quello che le imprese si attendono”.

La risposta del Sottosegretario De Micheli è lunga e ben argomentata e si fonda su una considerazione principale: “L’Italia ha tre grandi problemi inerenti al sistema fiscale: in prima battuta si è dovuta fronteggiare l’emergenza di un ammanco di cassa di oltre 20 miliardi. Negli ultimi giorni del 2011, dove si temeva che il sistema-Paese si temeva non potesse reggere all’attacco dei mercati, si è intervenuti con il Salva Italia e la riforma delle pensioni che non sono stati certi indolore. Secondo, ha grandi sacche di evasione e di elusione che porta sempre i soliti a pagare le tasse, tra cui i piccoli imprenditori che dispongono di margini di sotterfugio molto ridotti. Terzo: una cattiva distribuzione del carico fiscale, che fino ad oggi ha pesato tantissimo sull’attività di impresa e poco sul patrimonio, generando iniquità tra la capacità di competere delle nostre aziende e quella di altri concorrenti europei. Inoltre, d’ora in poi, la progressiva riduzione dell’imposta sulle imprese dovrà essere compensata esclusivamente con tagli alla spesa”.

Da CNA sottolineano come nello spostare il peso delle tasse su rendita e patrimonio forse non si sia tenuto in debito conto del combinato tra riduzione delle entrate e aumento dell’imposta sugli immobili, che rischia di strangolare le imprese invece di favorirle. Queste misure nella realtà sembrano pensate per le grandi aziende ed è per questo che le piccole avvertono discrepanza tra l’ottimismo del Governo e i loro conti con la quotidianità.

“La fase di trasformazione su questo fronte è solo iniziata – afferma De Micheli – ma, è vero, interessa più che altro le grandi imprese o comunque quelle che danno più lavoro, perché dobbiamo fare i conti con un dato obiettivo: la disoccupazione è diventata un’emergenza sociale ed il problema maggiore è venuto dalle grandi realtà. Stiamo anche cercando di lavorare per semplificare un sistema burocratico in modo che sia lineare per tutti, grandi e piccoli.

L’utilizzo della tecnologia digitale, come nel caso della fatturazione elettronica, vorrebbe andare proprio in questa direzione. (nella foto a sinistra Gianni Trovati che ha scritto sul Sole 24 Ore un articolo sulla fatturazione elettronica pubblicato il 15 aprile us) 14 miliardi e più, ricavati dalla lotta all’evasione fiscale, significano che qualcuno di poco onesto esiste. Però, anche in questa direzione, qualche segnale di cambiamento comincia a vedersi, tramite la rateizzazione delle sanzioni”.

La risposta della CNA con le conclusioni di Bozzini dopo gli interventi dal pubblico non si fanno certo attendere. “Lei dice che lo Stato ha bisogno delle imprese – afferma Bozzini rivolto al Sottosegretario – ma siamo noi imprenditori, oggi, ad avere bisogno dello Stato. Faccio un solo esempio: se produciamo un bene troppo caro, questo avrà degli effetti negativi, per noi, sul mercato. Le assicuro che la burocrazia è tutt’altro che semplice per le aziende italiane. Tutti noi in questi ultimi mesi ci siamo cimentati con la fatturazione elettronica, un meccanismo tutt’altro che facile, rapido e immediato.

Così come di una complicazione inaudita sono i sistemi Arca, Sintel e Mepa che obbligano chi lavora e vuol ancora lavorare con la PA a cimentarsi. Se è così che il Governo vuole semplificare non credo che faremo molta strada.

Temo davvero che o si ridurrà davvero il costo dell’azienda Stato o in questo Paese non si produrrà altro che tassazione in più”. Le richieste delle imprese sono arrivate forti e chiare al Sottosegretario De Micheli che ha saputo rispondere ed argomentare su più aspetti, anche complicati, che riguardano il sistema della tassazione e della fiscalità delle imprese. Un incontro certamente produttivo e chiarificatore che però lascia ancora molti dubbi e molte speranze su quello che sarà per le imprese il futuro. (EV)