Nel 2016 si rilevano finalmente segnali incoraggianti anche per il settore delle costruzioni e, in particolar modo, per l’edilizia residenziale. Nel secondo trimestre dell’anno, infatti, il numero di abitazioni di nuovi fabbricati è aumentato del 4,0% su base annua. Si tratta della prima variazione positiva dopo cinque anni di continue flessioni. Aumenta anche la superfice utile abitabile (+9,1%) e, anche in questo caso, si tratta del primo dato positivo dopo cinque anni.

 

 

I dati appena commentati, diffusi il 23 gennaio  dall’Istat, trovano infine conferma in quelli relativi al valore aggiunto che, per le costruzioni, nei primi nove mesi del 2016 è aumentato dello 0,4% rispetto allo stesso periodo 2015.

Siamo quindi in una fase nella quale, finalmente, il punto più basso della crisi delle costruzioni potrebbe essere stato raggiunto e superato.

Si tratta ora di attivare tutte le misure in grado di potere rilanciare il settore che dall’inizio della crisi (primo trimestre 2008) a oggi, ha registrato una riduzione del valore aggiunto di ben 33,5 punti percentuali. Si tratta di una variazione negativa di gran lunga superiore a quelle registrate negli altri settori (manifattura – 14,9% e servizi -2,8%) pari a una perdita cumulata di 4,2 miliardi di euro.

 

 

Oltre a una incisiva politica per il rilancio del settore da mettere rapidamente in campo, in questa fase appare non più rinviabile un piano pluriennale straordinario che, oltre a favorire la produzione di nuovi immobili, permetta la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio edilizio italiano esistente, a partire dalle aree colpite dal terremoto e una rigenerazione urbana profonda di tutti i centri d’Italia, piccoli, medi e grandi.

 

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