Credito

“Il protrarsi delle restrizioni sulle attività economiche rende necessaria la proroga delle garanzie, delle moratorie e un allungamento dei termini di restituzione dei debiti contratti dalle imprese; la Regione istituisca un fondo dedicato a finanziare i bisogni di liquidità delle piccolissime imprese sarde”. È quanto chiedono Pierpaolo Piras Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale di CNA Sardegna, alla luce dei dati dell’ultimo dossier del Centro studi della confederazione sarda sull’andamento dei prestiti nell’isola.

Secondo lo studio, tra il 2016 e il 2020 la disponibilità di credito per le imprese sarde si è ridotta in maniera vertiginosa (oltre 2,7 miliardi su un volume complessivo di 9,35 miliardi di euro).

Solo a partire dalla seconda metà dello scorso anno i prestiti hanno avuto un nuovo incremento (+3%), ma solo per le piccole imprese isolane (grazie alle misure previste dal Governo), a fronte di un’ulteriore riduzione del 2% dei finanziamenti alle aziende più strutturate.

In base all’ultima rilevazione dell’Istat, nonostante le agevolazioni messe in campo dal Governo nazionale, ben il 40% delle imprese sarde si aspetta per l’anno in corso gravi problemi di liquidità (una delle percentuali più alte in Italia, seconda solo a quella registrata in Calabria).

A dicembre 2020 il volume complessivo del credito erogato alle imprese sarde è stato pari a 9,35 miliardi di euro: rispetto al 2016, la disponibilità di credito si è ridotta di oltre 2,7 miliardi di euro.

Il livello minimo si è registrato nell’ultimo trimestre 2019 con 8,8 miliardi, mentre dal 2020 i prestiti erogati hanno riiniziato a crescere.

Dalla seconda metà del 2020 il processo di ampliamento del credito si è fatto più sostenuto, con tassi di variazione positivi anche rispetto alla seconda metà del 2019.

La crescita risulta trainata dal segmento delle imprese più piccole che nella seconda metà del 2020 hanno registrato un incremento dei prestiti del 7,7% rispetto al periodo luglio-dicembre 2019, a fronte di un incremento inferiore al 3% registrato dalle imprese più grandi.

A caratterizzarsi per l’incremento più significativo sarebbero state le microimprese a conduzione familiare con meno di 5 addetti, con un livello complessivo dei prestiti in aumento del 10% rispetto al 2019.

Il risultato complessivo alla fine dell’anno indica una stagnazione del credito, che è il risultato di un aumento del 3% dei prestiti a favore delle piccole imprese, a fronte di una riduzione del 2% di quello per i soggetti più strutturati.

Le imprese di costruzione hanno avuto un calo dei prestiti quasi del 13%: il credito riferito alle imprese più grandi registra un crollo del 15%, mentre per quelle a conduzione familiare c’è stato un incremento del 2,7%.

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