La presidente nazionale CNA-Fita Cinzia Franchini anticipa l’accordo che pare essere stato raggiunto tra i due colossi. Martedì il tavolo al Mi.SE: “Centinaia di aziende artigiane hanno continuato a prestare servizi ad Artoni sicure della continuità aziendale: se non verranno pagate rischiano di chiudere stritolate tra crediti inesigibili e banche che chiedono rientri immediati”.

 “Una nuova sintesi al ribasso tra il gruppo Artoni e l’azienda bolzanina Fercam. L’accordo tra i due gruppi dell’autotrasporto e della logistica sarebbe giunto due giorni fa, all’indomani dell’incontro a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico e dell’incontro tenutosi a Bologna, presso la Regione Emilia-Romagna, l’8 marzo tra sindacati e associazioni di categoria e l’assessore Palma Costi. A quanto pare l’intesa negoziale prevede che Fercam acquisisca solo 13 filiali, le più piccole, avendo già ereditato i principali clienti di Artoni. In questo modo chi resta stritolato da questa possibile intesa tra colossi sono i fornitori:  si dimentica l’indotto e si mettono in ginocchio diverse centinaia di piccoli e medi imprenditori” . 

A dare notizia del probabile accordo imminente tra Fercam e Artoni è la presidente nazionale CNA-Fita, Cinzia Franchini, alla vigilia dell’incontro ad hoc al Ministero dello Sviluppo Economico che si terrà martedì. Una notizia che fa il paio con un preciso  allarme. 

“L’accordo non sana affatto i problemi legati alla crisi del gruppo Artoni e al passo indietro  del gruppo Fercam di Bolzano – continua Cinzia Franchini -. Ad andare in crisi è un intero comparto: parliamo di oltre ai 560 dipendenti assunti e di circa 2500 lavoratori autonomi, artigiani, indiretti molti dei quali prestano servizio in aziende, emiliane e non solo, associate alla Fita e che da mesi attendono i pagamenti dovuti.  Molti artigiani dell’autotrasporto sono esposti anche per centinaia di migliaia di euro col gruppo Artoni e hanno continuato a lavorare sicuri della risoluzione dei problemi economici con l’acquisizione da parte di Fercam, avendo avuto garanzie sulla continuità aziendale – chiude la presidente nazionale CNA-Fita -. Se confermato, questo accordo su appena 13 filiali, non risolve dunque il problema. Le banche non accettano più proroghe e le aziende rischiano la chiusura: parliamo di diverse centinaia di imprenditori. Mi aspetto che martedì, al tavolo al Mi.SE a Roma, venga affrontato quello che è un vero e proprio dramma e chiediamo ancora una volta di essere invitati al tavolo per rappresentare le problematiche di un intero comparto, quello degli imprenditori dell’autotrasporto” .