“Sarà perché vengo da una formazione legata al campo della musica, ma proprio l’idea di riuscire a trasmettere delle emozioni attraverso quel che faccio mi entusiasma davvero. Non avrei mai immaginato di fare questo lavoro. Mi sono ritrovato a farlo… la vita va così a volte”.

La storia della Bristot e del suo titolare, Gianni Pieragnoli, è legata agli antichi sapori e alle tradizioni, ma anche alle emozioni e alla famiglia.

Nella terra conosciuta in tutto il mondo per il vino e per la dedizione alla produzione di antiche specialità artigianali, nel 1957 nel piccolo borgo medievale di San Gimignano, nasce l’Industria Dolciaria, una botteghina che produceva dolci tipici del territorio esclusivamente nei periodi delle ricorrenze. Pochi anni dopo l’apertura, nel 1963, un facoltoso nipote del fondatore, subentra in azienda per far fronte a delle piccole difficoltà: di cognome faceva Bristot. Così l’impresa cambia nome e negli anni cresce, si ingrandisce, ma la produzione rimane sempre stagionale.

Nel 2011 il proprietario che era succeduto loro, già pensionato, ormai stanco, decide di lasciare l’attività e mi propone – ricorda Gianni – di prendere il timone dell’azienda… a me, un semplice dipendente. Lui altrimenti avrebbe continuato ancora per alcuni anni per poi chiudere i battenti. Non è semplice compiere una scelta del genere, in quel periodo avevo poi una bambina di soli 2 anni, la mia piccola Martina, ma l’idea di perdere il lavoro e ricominciare da capo non mi entusiasmava affatto. Allora ho fatto un po’ come quando ci si tuffa da un trampolino: segno della croce e giù, mi sono buttato. Insieme a mia moglie che, ancora oggi come allora, si occupa della produzione”.

Così Gianni, che nel 2007 era arrivato in azienda come semplice dipendente appunto, si ritrova dopo cinque anni imprenditore e titolare della Bristot. Il passaggio a responsabile di un’impresa non è affatto semplice: fa cambiare sostanzialmente le emozioni e le paure che si provano – ci racconta Gianni –. Appena entrato facevo un po’ di tutto: dalla gestione dei clienti e dei rappresentanti allo scarico e carico dei prodotti e poi mi sono ritrovato ad affrontare responsabilità non solo nei confronti dell’azienda, dei fornitori e dei clienti, ma anche nei confronti della famiglia”.

Un  vero e proprio salto nel buio anche perché l’acquisizione è avvenuta in un momento economicamente difficile in molti settori. Le difficoltà che ha dovuto affrontare non sono state poche: “Conoscevo tutto dell’attività, ma il difficile non è stato lavorare bene ma continuare a farlo nel modo giusto. Nel corso di questi sei anni ci sono stati cali di lavoro e problemi legati alla stagionalità del prodotto – lo si sa, ad esempio d’estate i biscotti non vanno proprio per la maggiore – ma concentrandoci sul nostro lavoro siamo riusciti a gestire tutto. Dormire con i pensieri la notte, con una bimba piccola a casa, non è stato facile ma alla fine ce l’abbiamo fatta e quest’episodio ora non è altro che un piacevole ricordo”.

La Bristot lavora con grossisti e grandi catene e non ha un rapporto diretto con il consumatore, cosa che manca particolarmente a Gianni: “Mi piacerebbe stringere rapporti diretti con il consumatore finale, con colui che gusta davvero i miei prodotti. Mi è capitato di rado di avere dei contatti con loro, alcune volte abbiamo ricevuto addirittura delle lettere scritte a mano dai nostri clienti, cosa ormai desueta di questi tempi. L’idea che una persona assaggi i nostri prodotti, rimanga soddisfatta e perda del tempo per scrivere una lettera, affrancarla e poi spedirla mi lusinga molto, perché mi fa pensare che le emozioni e la passione che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro siano riuscite ad arrivare alle persone che hanno scartato e gustato il nostro prodotto”.

Ad oggi Gianni si occupa di nuovi progetti, dello sviluppo di nuove idee e mette meno le “mani in pasta” rispetto al passato. Sono i suoi 17 dipendenti, molti dei quali “storici” essendo presenti prima del suo arrivo, ad occuparsi della produzione diretta. “Lavoriamo come una famiglia e non solo perché è un’impresa a gestione familiare, ma perché qualsiasi attrito lo risolviamo subito e andiamo avanti con rispetto reciproco. Tra l’altro è proprio qui che ho conosciuto nel novembre del 2006 quella che sarebbe diventata mia moglie”.

Con gli anni la Bristot si è evoluta e da “piccola bottega” che era ha spalancato le porte sul mondo, verso l’estero. “Oggi la vendita online è la parte più importante del nostro fatturato – racconta Gianni –  perché nel nostro settore, quello dell’ alimentare, purtroppo in Italia non c’è la dovuta attenzione alla qualità, che invece ho trovato negli acquirenti  esteri (che siano grossisti, catene o singoli) che sanno valorizzare il nostro prodotto e le materie prime che lo compongono”.

La Bristot è spesso presente a eventi e fiere internazionali: dal Giappone alla Francia. “Stiamo spingendo molto su quest’aspetto, sulla nostra immagine, cercando di comunicare con i clienti, anche perché non vogliamo restare circoscritti al nostro territorio, e alle specialità senesi – seppur buone che siano. Le nostre sono bontà artigianali, dal più ampio respiro”.

Gianni ha vinto la sfida che la vita gli ha riservato tenendo fede alla semplicità, alla genuinità e all’autenticità delle sue prelibatezze riuscendo anche ad ampliarne la produzione che gli consente di far apprezzare in tutto il mondo i suoi dolci artigianali senza tempo.

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