Dare certezze al futuro delle circa 30mila imprese balneari italiane. E’ l’appello lanciato dall’assemblea di CNA Balneari tenutasi a Monopoli, in Puglia, giovedì 30 dedicata a “L’impresa balneare: prospettive e rischi per il settore”.

L’interlocuzione appena riapertasi con il governo può, e deve, avere tra i principali obiettivi quello di garantire un futuro alle imprese balneari con l’estensione a 15 anni in tutti i comuni costieri delle attuali concessioni demaniali marittime a uso turistico e ricreativo stabilite dalla Legge di bilancio 2019 (articolo 1, comma 682) e attualmente in vigore. Riconoscendo, anche dopo il 2033, il legittimo affidamento per le vigenti concessioni demaniali marittime.

Lo stesso comma 682 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2019  stabilisce,altresì, i criteri per individuare le migliori procedure da adottare dopo il 2033: in primis, la mappatura del litorale e del demanio costiero-marittimo.

Una circolare governativa applicativa della norma sull’estensione a 15 anni fornirebbe immediata chiarezza in campo amministrativo e serenità all’intero settore anche sul versante degli investimenti effettuati e da effettuare. Nel contempo, andrebbe approvato  un decreto (DPCM) per fissare termini e modalità per il riordino normativo dell’intero sistema balneare dove il modello costituito dalle attuali imprese (laddove regolarmente vigenti) deve, secondo CNA Balneari, confidare nella tutela del principio del legittimo affidamento senza risentire – dopo il 2033 – del rischio di procedure comparative. La mappatura del bene costiero, della reale consistenza dei luoghi, del numero e della tipologia di concessioni vigenti costituirebbe, a sua volta, lo strumento per individuare criteri per garantire nuove iniziative imprenditoriali su aree disponibili.