Dall’oro del luppolo all’oro trasparente. Quando la birra diventa igienizzante

Riconversione. Di questa parola, ultimamente, ne stiamo sentendo parecchio parlare. Le imprese della moda, le piccole come le grandi firme del made in Italy, sono tra quelle che si sono adoperate per prime trasformando le loro produzioni e mettendosi al servizio dell’emergenza. E allora se l’haute couture può cambiare pelle e cominciare a produrre camici e mascherine, perché un birrificio non può convertire la sua produzione in igienizzanti?

E’ questo il caso del Birrificio Bari e dell’idea geniale di Paola Sorrentino, imprenditrice, biologa e mamma che nei giorni precedenti la chiusura delle scuole aveva prodotto un sanificante per superfici per la classe della figlia. Quando è esplosa l’emergenza, a lei e al marito Mimmo Loiacono, è sembrato doveroso mettere a disposizione le loro competenze e la loro professionalità al servizio della comunità.

Rimboccatisi le maniche e supportati da CNA Agroalimentare nazionale e CNA Bari per le specifiche dell’iter burocratico, Paola e Mimmo hanno cominciato a produrre per i concittadini un sanificante per mani a base alcolica, secondo le direttive dell’Oms. Quello che colpisce maggiormente, però, non è il contenuto ma la forma: il sanificante è straordinariamente nelle bottiglie da birra. Le motivazioni sono semplici. Non è facile trovare dispenser in questo periodo ma, soprattutto, il Birrificio Bari ha deciso di usare quello di cui disponeva, quindi tappi e bottiglie.

Il sanificante in bottiglia al momento non è in vendita, ma data l’emergenza e le piccole quantità che si riescono a produrre, Paola e Mimmo preferiscono donarlo completamente. Proprio ieri, infatti, si è tenuta la consegna gratuita della prima produzione in favore del Comune di Bari, a supporto delle attività istituzionali di contrasto alla diffusione del virus Covid-19.

Dall’amministrazione e dal resto della comunità arriva il plauso per questo birrificio che nonostante le difficoltà non ha perso la speranza e si è messo subito in gioco, dimostrando di essere portatore sano di quello spirito imprenditoriale tutto italiano.