Di infarto muoiono anche le donne, e tante. Serve prevenzione

Una campagna nazionale della Società italiana di cardiologia insieme a CNA Professioni e a CNA Impresa donna per diffondere la consapevolezza del rischio delle malattie cardiovascolari nelle donne. Questa l’idea lanciata nel  convegno “Il cuore delle donne” tenuto a Roma presso la sede nazionale della CNA. Al centro del dibattito la necessità di sensibilizzare il mondo femminile, e non solo, sui rischi delle malattie cardiache, misconosciuti dalla gran parte della popolazione eppure prima causa di morte anche nel gentil sesso.

Al convegno, dopo il saluto del presidente nazionale della CNA Daniele Vaccarino, sono intervenuti, fra gli altri, Ciro Indolfi, presidente Sic, Società italiana cardiologia; Maria Novella Luciani, direttore Ufficio 2 Direzione generale della ricerca e dell’innovazione in sanità del ministero della Salute; Maria Fermanelli, presidente di CNA Impresa donna; Giorgio Berloffa, presidente di CNA Professioni; Federico Ginato, direttore Sanarti. Le conclusioni della giornata sono state affidate alla campionessa mondiale e olimpica di canottaggio Josefa Idem che ha dispensato a tutti i segreti per fare dell’attività fisica una compagna di vita.

“Siamo un sistema che si mette a disposizione nella sua interezza con servizi appropriati ed informazioni proprio perché crediamo nell’importanza di impegnarci anche sui temi sociali e il problema della salute è oggi un problema sociale – ha esordito Vaccarino – prevenire le malattie, inoltre, significa risparmio di risorse pubbliche sul Sistema sanitario nazionale. Soldi che possono essere messi a disposizione per investire nel futuro del nostro Paese”.

“CNA – ha concluso Vaccarino – vuole oggi contribuire a dare risposte ai nostri associati e a tutti i cittadini. Abbiamo numerosi mestieri e professioni che si occupano della cura e del benessere delle persone e delle famiglie e che sono in grado di offrire prodotti e servizi per centrare questo obbiettivo virtuoso”.

La differenza fra la sintomatologia cardiaca di uomo e donna è stata messa in luce dal presidente della Sic. “Solo il 22% delle persone pensa che la prima causa di morte femminile siano le malattie cardiovascolari e l’infarto – ha detto Indolfi – e invece una donna su tre muore proprio per questo motivo. Quel che non si sa è che i sintomi dell’infarto femminile sono diversi da quelli maschili: mentre gli uomini avvertono un dolore al centro del petto di tipo oppressivo, come fosse un peso, le donne possono avere dolore e fastidio alla bocca dello stomaco, alla mascella, alla schiena. Il punto è che per salvarsi occorre arrivare in ospedale entro la prima ora dall’insorgere dei sintomi, ma così non è”.

“Oggi – ha concluso –  abbiamo scarsi margini di miglioramento per le terapie: gli stent e i farmaci sono i migliori di sempre. Molto, invece, si può fare grazie alla prevenzione basata su stili di vita sani che evitino fumo, inattività fisica, cattiva alimentazione e sovrappeso. Per questo va ringraziata CNA che si impegna per diffondere la cultura della prevenzione anche all’interno delle imprese in tema di sicurezza sul lavoro”.

Nel corso del convegno è stato sottolineato che CNA comincerà a lavorare insieme alla Sic per avere delle linee guida sulle sintomatologie dell’infarto cardiaco al femminile da trasferire nei corsi di sicurezza sul lavoro. Collaborazione estesa per lavorare insieme sui temi della sicurezza di genere.

L’importanza del ruolo delle associazioni di categoria per diffondere la cultura della prevenzione è stata sottolineata da Maria Novella Luciani che ha ricordato come due dei killer futuri saranno la sedentarietà e l’inattività fisica., che se sommati alla cattiva alimentazione e al fumo, possono diventare i moltiplicatori di rischio di malattie gravi e invalidanti.

“I nostri comportamenti sono come farmaci – ha detto – si pensi che facendo sport il rischio di infarto e di tumore alla mammella scende del 40% e  quello di diabete di tipo 2 del 58%. Le differenze fra uomo e donna, tuttavia, vanno prese in seria considerazione. Non a caso il ministero ha lanciato una Piano nazionale di medicina di genere all’interno del quale possiamo collaborare con CNA”.

La migliore sponsor dell’attività fisica come elisir di lunga  – e sana – vita non poteva che essere Josefa Idem, campionessa di canottaggio.

Il segreto è mettere il movimento al centro delle proprie priorità giornaliere – ha spiegato– proprio come il lavoro e la famiglia. Bastano 20-30 minuti di movimento al giorno, un impegno non pesante dunque, per raggiungere risultati straordinari”.

“Muoversi  – ha concluso Josefa Idem- significa prendersi cura di sé e nel nostro Paese è necessario più che mai diffondere questa cultura, oggi colpevolmente assente”.