CNA Agroalimentare si schiera a fianco degli agricoltori e sostiene con forza la richiesta di dichiarazione dello stato di crisi per il settore agroalimentare italiano con Altragricoltura che nei giorni scorsi ha richiamato a Roma anche i sindaci di numerosi comuni d’Italia. Le condizioni attuali stanno mettendo a rischio la sopravvivenza delle imprese agricole e e della trasformazione, con ripercussioni sull’intero sistema produttivo oltre che sui territori.

Le ragioni della crisi partono dal sistema agricolo che sta attraversando una fase drammatica, caratterizzata da una serie di criticità strutturali e congiunturali come gli altissimi costi di produzione, soprattutto quelli energetici, che rendono insostenibile la gestione delle imprese agricole e agroalimentari , i prezzi agricoli non adeguatamente riconosciuti con un forte squilibrio del valore lungo la catena di distribuzione e un’iniqua ripartizione del reddito e soprattutto la mancanza di condizioni favorevoli per gli agricoltori che porta ad un drastico calo del ricambio generazionale e conseguentemente all’abbandono delle terre. La crisi ambientale e climatica aggrava il contesto operativo richiamando l’attenzione sull’adozione di misure urgenti di adattamento e mitigazione degli effetti al fine di rendere l’intero comparto più resiliente e sostenibile. I problemi non finiscono qui.

Le micro e piccole imprese della trasformazione alimentare, che si trovano in una posizione intermedia tra produzione primaria e distribuzione, subiscono direttamente o indirettamente le conseguenze di politiche commerciali aggressive da parte dei colossi industriali che dettano le loro regole e ne minano la sopravvivenza. È indispensabile quindi garantire più trasparenza nelle pratiche commerciali, contrastando le dinamiche sleali che penalizzano le piccole e medie imprese.

Difendere la sovranità alimentare rappresenta un altro imperativo. Significa garantire ai cittadini il diritto a un cibo sano, sicuro e di qualità, e agli agricoltori il diritto di decidere autonomamente il proprio ordinamento colturale nonché metodi e mezzi di produzione emancipandoli dalla dipendenza economica dalle multinazionali. Per questo diciamo NO alle NGT/TEA (Nuove Tecniche Genomiche/Tecnologie di Evoluzione Assistita), che non risolvono i problemi strutturali del settore, ma rischiano di favorire la concentrazione del controllo agroalimentare nelle mani di poche multinazionali, penalizzando gli agricoltori e minacciando la biodiversità e l’agroecologia.

“CNA Agroalimentare chiede un intervento immediato per dichiarare lo stato di crisi del settore e per attuare misure concrete a sostegno di agricoltori, pescatori e artigiani. Serve una politica agricola che metta al centro le persone, l’equità nella distribuzione del valore e la difesa delle piccole e medie imprese, garantendo un futuro sostenibile e competitivo per il comparto agroalimentare italiano”, il commento della Presidente nazionale CNA Agroalimentare Francesca Petrini.