Il restauratore trasformista della materia
Diego Gorgi è un trasformista della materia. Figlio d’arte, il padre Cesare è un artigiano del legno, ha riproposto in chiave nuova l’impresa inizialmente dedicata al restauro artigianale di mobili.
Diego ha seguito una formazione scolastica ‘acrobatica’. Dall’elettronica al diploma di maestro d’arte alla consapevolezza che il suo futuro professionale sarebbe stato modificare e trasformare la materia in oggetti di utilizzo, ma rispondenti a canoni di un design d’autore molto originale. Basta osservare alcuni suoi complementi d’arredo o ambienti completamente arredati secondo il gusto dell’artista artigiano.
“Oggi non possiamo più essere sicuri del nostro mestiere. Per me la materia è vita. Rispondo a un bisogno fisico di avere le mani in pasta nella materia, di riuscire a trasformarla, di rispettarla. Per questo riciclare, rimodellare, rimodulare è diventato il mio nuovo mestiere”, precisa Gorgi.
Mescolare il vecchio con il moderno, il legno con il rame o con il ferro. L’artigiano trasforma una trave informe in un porta televisore, utilizzando delle molle meccaniche come appoggi, scovate in un robivecchi qualsiasi. Volete un po’di Venezia in casa vostra? Gorgi da un pezzo di legno di bricola, informe, vecchio di secoli e di acqua assorbita, di aria, di regate in laguna, crea un mobile che si inserirà nel vostro appartamento. Con un tocco esclusivo di unicità.
Diego ha anche saputo capire l’evoluzione dei tempi. Gli spazi abitativi sono limitati. L’inserimento dell’antico imponente non è conferibile agli spazi piccoli delle nostre case. Quindi rimodula l’antico che ha un valore affettivo, che possiede un’anima, inserendolo tra le “praticità moderne”. “I mobili antichi contengono un ecclettismo che solo una reinterpretazione poetica permette di renderli riutilizzabili con un valore estetico e originale”, prosegue l’imprenditore.
Tolta la polvere del tempo dai ripiani dei mobili o dai pezzi di legno dismesso, si può far fronte a una crisi che oggi si traduce in mancanza di lavoro (gli antiquari sono diventati dei magazzini di mobili, lasciati in deposito in attesa di essere chiamati sull’attenti per essere rimessi a modo quando vi siano le forze finanziare per sostenerne il reintegro) e in mancati pagamenti dei lavori già terminati.
“Le cose che abbiamo fatto fin’ora non possono più bastare per sostenere le nostre imprese ¬- chiude Gorgi -. Dobbiamo cercare l’originalità. La curiosità di scoprire nuovi orizzonti porta all’unicità. Solo io posso fare quella cosa e la so fare in maniera unica! Questa può essere una soluzione”.
Gorgi collabora con l’associazione culturale CARTAVETRATA di San Martino di Lupari, cittadina a nord della provincia di Padova. Insieme si cerca di rendere più bella la città. Tombini colorati, negozi sfitti che diventano gallerie d’arte, così da risultare appetibili anziché restare in stato di abbandono. Un canone estetico di dostoevskiana memoria, la bellezza che salverà il mondo.