È sul numero di ottobre della rivista “Ambiente e Sicurezza sul lavoro” – EPC Periodici Srl, l’intervista a Barbara Gatto, Responsabile del Dipartimento politiche ambientali della CNA e Manuela Brunati, responsabile Responsabile Nazionale di Salute e sicurezza per la CNA,dal titolo: “Digitalizzazione e robotica.I bisogni di supporto delle PMI per entrare nel mondo dell’Impresa 4.0”.

Le micro e piccole imprese nell’epoca dell’impresa 4.0, prevenzione e sicurezza sul lavoro gli argomenti trattati nell’intervista . 

In riferimento al rapporto pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel luglio scorso che rivela che l’87% delle imprese italiane non pensa alla digitalizzazione, la CNA conferma questa tendenza da parte delle piccole imprese. E, per accompagnarle al cambiamento,”ha aderito al network nazionale dei digital innovation hub promosso dal MiSE, costituendo una nostra rete nazionale CNA Hub 4.0. Si tratta di strutture di supporto e di servizio alle imprese costituite presso molte delle nostre associazioni territoriali. Con questa rete intendiamo accompagnare, le imprese che rappresentiamo, nel passaggio alla digitalizzazione e quindi nella loro capacità di raccogliere le sfide del Piano Impresa 4.0. Sostanzialmente svolgiamo un’attività di informazione e sensibilizzazione, ma poi seguiamo le imprese nell’accesso alle agevolazioni.”

Dal punto di vista delle competenze richieste ai lavoratori per evitare che operino in condizioni di lavoro a rischio, la CNA ribadisce la priorità nell’affrontare “questo cambiamento del mondo del lavoro, proprio partendo dalla informazione e formazione dei lavoratori in merito a quello che cambia nell’impresa digitalizzata per quanto riguarda la salute e sicurezza, ma non solo. In realtà, il Piano Impresa 4.0 parte da un approccio economico, legato ad un certo modello di sviluppo economico, ma a monte ci dovrebbe essere un ragionamento più di tipo culturale:come cambia oggi il fare impresa, come cambia il lavoro e come cambiano le relazioni tra mercato e impresa. Di tutto questo, ancora una volta non possono non farsene carico le Istituzioni, a partire da quelle scolastiche e universitarie.”