Disegnare un nuovo modello di Confidi aperto all’innovazione e al cambiamento

“Da tempo avvertiamo l’esigenza di far evolvere il sistema dei Confidi e le gravi difficoltà di oggi impongono di avviare questo processo rapidamente”. E’ quanto ha indicato il presidente di Fedart Fidi Giacomo Cioni in occasione della convention annuale dell’organizzazione.

“Dobbiamo disegnare un nuovo modello” ha detto, “aprirci al cambiamento, all’innovazione, alla differenziazione dei prodotti e dei servizi. Dobbiamo rendere nuovamente il sistema uno snodo fondamentale nella complessiva filiera del credito e della garanzia”.

Cioni ha rilevato che la garanzia mutualistica si conferma il core business del sistema “ma non è più sufficiente a soddisfare le richieste delle imprese associate” e che l’impianto del Fondo di garanzia uscito dalla riforma “non è risultato pienamente coerente con i principi condivisi con il Ministero”. In particolare non ha potenziato a sufficienza l’efficienza nell’utilizzare le risorse pubbliche e l’efficacia nel raggiungere le imprese con maggiori necessità di supporto”.

Inoltre le nuove regole introdotte con il Decreto Liquidità tra cui l’innalzamento della garanzia al 90 e al 100 percento, l’estensione alle imprese fino a 499 dipendenti, l’innalzamento dei finanziamenti garantiti fino a 5 milioni di euro, hanno evidenziato ulteriormente le difficoltà del Fondo nell’assicurare un adeguato supporto alle micro e piccole imprese attraverso la garanzia pubblica.

Cioni ha sostenuto che nel nuovo modello di Confidi una posizione di primo piano dovrebbe essere riservata al credito diretto, poiché questi soggetti dispongono di tutte le caratteristiche per sopperire al venire meno della figura di “banca del territorio e della comunità” che le imprese di minori dimensioni tuttora richiedono, ma che i soggetti finora deputati a questa funzione hanno progressivamente abbandonato, schiacciati da una normativa e da regole di vigilanza sempre più rigide. Una importante opportunità in questo senso potrà forse aprirsi con l’accordo tra Fedart e Cassa Depositi e Prestiti che ha messo a disposizione del sistema un plafond di risorse per erogare credito diretto alle imprese minori valorizzando la presenza capillare dei Confidi sul territorio e la loro capacità di intercettare la domanda di finanziamenti rimasta insoddisfatta. Ci auguriamo che possa rappresentare l’inizio di una collaborazione strutturata con Cassa Depositi e Prestiti, per quanto permangano, nonostante un serrato confronto tecnico, alcune rigidità nel modello operativo che non consentono al sistema produttivo di beneficiare completamente dell’intervento.

Grazie all’attività istituzionale di Fedart un emendamento al Decreto Liquidità ha riconosciuto ai Confidi la possibilità di imputare a patrimonio i fondi pubblici che detengono. La norma è fondamentale per accrescere la capacità del sistema di supportare le imprese minori, facendo fronte alle sofferenze in crescita ed erogando maggiori volumi di garanzie, “quindi chiediamo al Governo di avviare quanto prima l’iter di notifica alla Commissione Europea. Per dare rapidamente attuazione alla norma e nella forma individuata dalla legge, su cui è confluita la volontà di tutto il Parlamento con un voto all’unanimità.

“Un’altra rigidità che occorre rimuovere con urgenza – ha aggiunto il presidente Fedart Fidi – riguarda i fondi antiusura, affinché questo importante strumento dello Stato torni a portare benefici al sistema produttivo. Oggi le risorse rimangono quasi del tutto inutilizzate e rischiano di essere revocate ai Confidi non per la loro incapacità nell’utilizzarle, bensì per la farraginosità della normativa e per l’inadeguatezza delle regole di funzionamento a rispondere ai bisogni delle imprese a rischio di usura”.