Domani la Camera sarà chiamata ad esprimere il proprio parere sullo schema di decreto legislativo relativo alla fatturazione elettronica tra privati. In attesa di acquisire la posizione ufficiale, anticipiamo alcune delle osservazioni formulate al Governo da parte della VI Commissione Finanze della Camera dei deputati.

La prima proposta degna di nota, che accoglie le richieste avanzate da tempo dalla CNA e da Rete Imprese Italia, è quella di rendere completamente gratuito l’intero processo di gestione della fatturazione elettronica BtoB, dalla trasmissione dei dati rilevanti ai fini fiscali sino alla conservazione, fase quest’ultima più onerosa dell’intero processo. La Camera invita, infatti, il Governo a “prevedere un forte sostegno tecnologico pubblico” che consenta di gestire oltre alla trasmissione, anche la conservazione elettronica dei dati inviati all’Amministrazione finanziaria.

Ricordiamo che lo schema di decreto (art. 1, comma 1) prevede che l’Agenzia delle entrate metta a disposizione dei contribuenti un servizio gratuito che consente loro di gestire solamente le prime fasi: generazione e trasmissione delle fatture elettroniche; solo per “specifiche categorie di contribuenti”, invece, viene offerto un servizio che consente di gestire l’intero processo, inclusa la conservazione elettronica.

La seconda proposta, non condivisibile, è quella che invita il Governo a valutare in una prospettiva di medio periodo, di rendere obbligatoria la trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate dei dati di interesse fiscale contenuti nelle fatture, eliminando, quindi, la scelta opzionale prevista dall’attuale schema di decreto. A fronte dell’introduzione dell’obbligatorietà, continua la proposta, verrebbero eliminati una serie molto ampia di adempimenti gravosi per i contribuenti. In aggiunta a quelli già soppressi dallo schema di decreto per chi opta per la trasmissione telematica dei dati (Art. 3, comma 1) – spesometro, comunicazione delle transazioni con Paesi “black list”, presentazione modelli intrastat per gli acquisti intracomunitari di beni e per le prestazioni di servizi ricevuti – la Camera propone anche di eliminare la comunicazione delle comunicazioni d’intento da parte degli esportatori abituali; la registrazione contabile delle fatture emesse e ricevute; il visto di conformità per la compensazione e il rimborso dei crediti IVA superiori a 15.000 euro, nonché le disposizioni in materia di reverse charge e split payment introdotte di recente con l’ultima legge di stabilità.

A nostro avviso, per far sì che gli oneri amministrativi si riducano realmente, occorre che il mercato non sia viziato da effetti distorsivi connessi all’introduzione di nuovi obblighi, anche se previsti fin da subito in una prospettiva di medio periodo. Occorre, quindi, che lo schema di decreto mantenga esclusivamente l’opzionalità lasciando alla discrezionalità dei contribuenti la scelta di aderire, basata solamente su valutazioni di effettiva convenienza economica. A tal fine, oltre a prevedere la completa gratuità dell’intero processo di gestione della fatturazione elettronica ovvero dell’invio dei dati rilevanti ai fini fiscali, occorre che la soppressione degli ulteriori obblighi di comunicazione, così come la deroga all’applicazione del reverse charge ovvero dello split payment, sia riconosciuta da subito in caso di scelta opzionale.

Accogliamo, invece, con favore la proposta di riconoscere un credito d’imposta/detrazioni fiscali in favore dei contribuenti che sostengono spese per adeguare oppure per acquistare nuovi registratori di cassa in grado di memorizzare e trasmettere telematicamente i dati dei corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle entrate.

Apprezziamo, altresì, la proposta di escludere i contribuenti che aderiscono ai meccanismi di trasmissione telematica delle fatture e dei corrispettivi e che garantiscono la tracciabilità dei pagamenti dalla possibilità che l’amministrazione finanziaria esperisca nei loro confronti accertamenti analitico-induttivi sulla base di presunzioni semplici analogamente a quanto oggi già previsto per i contribuenti che risultano congrui e coerenti ai fini degli studi di settore.