Effetto guerra sui generi alimentari, con l’aumento del costo delle materie prime nella filiera “grano-pane”. Ma questi aumenti in realtà si innestano in una situazione già difficile prima del conflitto tra Russia e Ucraina, dovuta alla pandemia. In un tale contesto di incertezza, trovano ampia diffusione fenomeni speculativi.

In un’intervista ai microfoni di RAI Isoradio, Gabriele Rotini, responsabile CNA Agroalimentare, spiega lo scenario in cui si trova l’Italia, e le posizioni della Confederazione:

Siamo in presenza di una tempesta perfetta. Durante il periodo del lockdown c’è stato un ridotto numero di transazioni commerciali, anche a causa del fermo della ristorazione. Uscendo dal lockdown, i Paesi a livello internazionale hanno ricominciato a produrre quasi nello stesso periodo, per questo la  domanda delle materie prime è stata elevatissima, sommata poi alle due annate di scarsità del grano canadese e all’aumento dei costi dell’energia. Questo è stato un primo momento che ha portato al rialzo dei costi del 40%  per il grano tenero di quasi il doppio per il grano duro.

Ora con la guerra tutte le esportazioni di frumento da parte di Russia e Ucraina sono bloccate, e se si considera che la loro fornitura è di circa un quarto di tutta la fornitura a livello globale, è chiaro che ci si trova ad un passo da una crisi alimentare senza precedenti.

L’Italia ha cercato di sopperire negli anni, ma il nostro territorio è prevalentemente montuoso e anche se si ampliassero le coltivazioni di grano, come si sta prospettando, purtroppo queste non si riuscirebbe a  soddisfare la richiesta.

La soluzione che suggerisce la CNA è quella di una politica europea per quanto riguarda il settore agroalimentare. Con un Recovery Plan per le aziende. Bisogna ragionare a livello europeo perché a livello nazionale non ce la facciamo.  Quello che chiediamo all’Ue è la verifica delle speculazioni in corso, utilizzare le scorte esistenti  e soprattutto fare degli acquisti calmierati a livello europeo.“

 

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