Nuove imprese in affanno. Lo rileva il nostro Centro studi

“Per fronteggiare la prima e la seconda ondata della pandemia il Governo è intervenuto con misure restrittive. Il lockdown generalizzato adottato in primavera per piegare la curva dei contagi ha generato una caduta del prodotto interno lordo di 18,5 punti percentuali e la perdita di 496 mila posti di lavoro, nonostante il blocco dei licenziamenti, in buona parte derivante dal mancato rinnovo dei contratti a termine e dal mancato ricambio delle figure che hanno raggiunto il pensionamento. L’andamento dei contagi e le contromisure introdotte dal Governo hanno avuto ripercussioni sull’economia, per compensare questi effetti sono stati impiegati più di 245 miliardi di euro con effetti sull’indebitamento netto che superano i 140 miliardi di euro. Si tratta di uno sforzo eccezionale che supera di gran lunga le misure normalmente previste dalle leggi finanziarie.” Le parole del direttore della Divisione economica CNA NazionaleClaudio Giovine, fotografano l’impatto economico a livello nazionale delle scelte effettuate dal Governo per far fronte all’epidemia.

Il suo intervento si è inserito nell’ampio dibattito che si è tenuto nella giornata di mercoledì 16 dicembre per la presentazione della sedicesima edizione di Trend-ER, l’Osservatorio del Centro Studi di CNA. Lo studio, al quale collabora anche l’Istat, analizza le oltre 13mila imprese con meno di 20 dipendenti (ed almeno 1 addetto) presenti nella regione sui dati aggiornati fino al terzo trimestre del 2020. I principali indicatori socioeconomici alla base dell’indagine riguardano: investimenti, costi, fatturato, consumi, occupazione, dinamica delle esportazioni.

In un quadro nazionale che ha subito delle importanti perdite a causa delle ricadute politiche ed economiche sulle attività e sui servizi, dovute all’emergenza sanitaria da Covid-19, il terzo trimestre 2020 delle micro e piccole imprese dei settori TrendER, segna un -3,9% tendenziale dopo il -7,4% del primo e il -27,2% del secondo trimestre.  Nel periodo gennaio- settembre, il calo tendenziale ammonta a -13,1%. Nel terzo trimestre, i tre macro-settori (industria, costruzioni e servizi) evidenziano dinamiche negative contenute abbastanza simili: rispettivamente, -4,8%, -3,6% e -3,7% per cento. Nei primi due trimestri, invece, il dato delle costruzioni si discosta notevolmente dalla media totale: in positivo nel primo trimestre (+6,8%) e in negativo nel secondo (-33,5%). Nell’ambito del comparto manifatturiero, i primi 9 mesi del 2020 vedono una flessione più accentuata nel tessile-abbigliamento-calzature (-23,5%), nei macchinari e apparecchi industriali (-19,2%) e nel legno-mobile (-16,6%). Nei servizi, le maggiori flessioni dello stesso periodo riguardano alloggio e ristorazione (-28,6%), servizi alle persone e alle famiglie (-20,8%) e riparazioni di autoveicoli e motocicli (-14,9%).

Le previsioni al momento più aggiornate (3 dicembre 2020: Istat, “Prospettive per l’economia italiana per il 2020-21”) indicano:

  • per IV trimestre 2020, un’ulteriore contrazione in termini tendenziali del Pil del 6,9%, per un calo complessivo per l’anno 2020 dell’8,9%
  • per il 2021, un parziale recupero del Pil pari al 4%, con incremento delle importazioni e delle esportazioni del 10% (nel 2020 contrazione rispettivamente del 14 e del 16,4%) e degli investimenti fissi lordi del +6.2% (calati nel 2020 del 10,1%)
  • per le forze di lavoro, si prevede nel 2021 da un lato un parziale recupero delle unità di lavoro (+3,6%) e dall’altro un incremento del tasso di disoccupazione che dal 9,4% dovrebbe attestarsi all’11%.

Ad aprire i lavori è stato il presidente di CNA Emilia Romagna, Dario Costantini, che ha subito richiamato l’attenzione del gesto eroico che occorre, in questo periodo, per continuare a fare impresa: “Abbiamo vissuto mesi terribili. Mesi in cui ci siamo sforzati di dare le risposte alle nostre aziende, ai nostri concittadini: sui protocolli, sui Dpcm, sui ristori e su tante questioni non meno importanti. Dalla prima crisi del 2008 a questa attuale, altrettanto imprevedibile, causata dalla pandemia, abbiamo perso più di 20.000 imprese artigiane. La nostra Regione sarà ancora altrettanto attrattiva senza la competenza, l’ingegno, la capacità di risolvere piccoli e grandi problemi anche per grandissime aziende? Noi riteniamo che i prossimi sei, sette mesi siano cruciali per la sopravvivenza del nostro tessuto imprenditoriale e che in questo periodo queste imprese abbiano bisogno di una cura intensiva”.

Il presidente ha quindi ringraziato tutto i relatori che, nel corso della mattinata, hanno preso parte alle presentazioni e proposto riflessioni: il direttore del Centro Studi e Ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna, Guido Caselli, il professore Marco Ricci dell’Istat, il co-fondatore di RE: Lab, Roberto Montanari, la professoressa Cristina Brasili del dipartimento di Scienze Statistiche Università di Bologna e l’assessore allo Sviluppo Economico e green economy, lavoro, formazione Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla.

Il resoconto dell’iniziativa.