L’export del primo semestre 2015 tira per l’Italia (+5%) ma non per le Marche (-2,8%). Secondo i dati Istat sul commercio estero elaborati da Cna e Confartigianato, tra le tre uniche regioni italiane ad aver contribuito negativamente alla crescita dell’export nazionale nel primo semestre 2015 (cresciuto del 5% nel suo complesso), assieme a Sicilia (-8,2%) e Molise (-3,3%), ci sono anche le Marche (-2,8%).

L’aumento delle vendite nazionali verso i paesi Ue nel primo semestre è stato per l’Italia pari a +3,7% ma per le Marche si è ridotto del -1,4%. E questo mentre regioni simili alla nostra per struttura produttiva, hanno registrato dinamiche positive: l’Emilia Romagna (+1,7%), il Veneto (+6,4%). L’export nazionale verso i mercati extra Ue è cresciuto più velocemente nel semestre (+6,5%), ma per le Marche è addirittura crollato (-5,1%). E’ invece fortemente cresciuto per Emilia Romagna (+7,8%) e Veneto (+8,6%). 

I dati Istat sull’export per regioni mostrano che per le Marche le difficoltà sono legate alla forte diminuzione dell’export verso il Belgio (-20,5%) originato dalle minori esportazioni farmaceutiche dalle Marche (-14,7%). Il calo dell’export farmaceutico, però, sembra affliggere solo le Marche perché per il Lazio, altra regione specializzata nell’export di tali prodotti, le esportazioni farmaceutiche sono assai cresciute (+17,2%), trainate dalla crescita dell’export complessivo di quella regione sia verso gli Usa (+58%), sia verso il Belgio (+39,5%).

Un altro settore che presenta una forte diminuzione delle esportazioni nelle Marche è quello dei prodotti petroliferi raffinati (-53,1%) dove si rendono evidenti i cambiamenti di strategie del principale attore della raffinazione petrolifera regionale.

Ma l’export marchigiano è calato anche per il sistema moda (tessile, abbigliamento, calzature e pelli) che ha perso il 2,5% rispetto allo stesso semestre del 2014.

Le nostre esportazioni sono risultate, invece, in crescita per le produzioni meccaniche (+3,2%) fatta eccezione per le produzioni di mezzi di trasporto (-5,5%) in particolare della nautica (-6,5%).

Al di la delle dinamiche del farmaceutico e della raffinazione, che riflettono solo in parte i reali mutamenti di competitività del sistema produttivo marchigiano essendo legate a settori molto particolari di attività,  secondo i centri studi, si conferma la competitività marchigiana nelle produzioni della meccanica ma emergono le difficoltà nelle produzioni del “sistema moda”, difficoltà legate più in generale al rallentamento dei cosiddetti Brics (in primo luogo della Cina), più in particolare agli effetti delle sanzioni verso la Russia.

Ma l’export regionale mostra già segnali di ripresa. Il 2015 era già cominciato in modo molto problematico per l’export delle Marche, perché aveva fatto segnare un –6,7% rispetto al primo trimestre del 2014 mentre l’export nazionale cresceva invece del 3,2%. Nel secondo trimestre del 2015, però, l’export regionale recupera il segno positivo: le vendite di beni sui mercati esteri dalle Marche crescono dell’1,2% (per l’Italia salgono del 6,7%).  E questa performance è dovuta stavolta oltre che alla competitività delle produzioni meccaniche (+4,7%) alla ripresa dell’export del sistema moda (+2,5%) che contribuiscono a più che compensare l’ulteriore calo dell’export farmaceutico (-8,5%) e di quello della raffinazione (-23,7%). “A conferma” osservano i due centri studi “che per migliorare la competivitità delle nostre produzioni occorre intervenire sul tessuto delle micro e piccole medie imprese che caratterizzano la meccanica, il sistema moda e le altre produzioni  manifatturiere tipiche della nostra economia regionale”.

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