Nel bimestre gennaio-febbraio le esportazioni manifatturiere crescono in tutti i comparti. Molto bene le vendite negli USA, minacciate però dalle ritorsioni commerciali annunciate dall’amministrazione Trump. Sono alcuni dei dati contenuti nella nota di commento del Centro Studi Cna ai dati Istat sul Commercio con l’estero di febbraio 2017. Dopo quattro incrementi consecutivi, a febbraio la corsa delle esportazioni ha conosciuto una pausa: la variazione negativa rispetto al mese di  gennaio( -2,0%) è stata determinata dalla diminuzione delle vendite nei mercati extra UE (-4,7%) mentre nell’Unione Europea esse hanno continuato a crescere seppur lentamente (+0,3%).

Nonostante questa battuta di arresto, nei primi due mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente i progressi delle nostre esportazioni appaiono ancora significativi (+7,2%) e sono il portato di una crescita che ha coinvolto sia l’area Ue (+4,8%) che i mercati extra UE (+10,6%)

Per quanto riguarda la manifattura, che contribuisce al 95,9% del nostro export, la crescita delle vendite all’estero nel primo bimestre 2017 è stata notevole (+6,9%) e, diversamente da quanto accaduto nello stesso periodo 2016, ha beneficiato della spinta proveniente da tutti i comparti.

Tra questi, particolarmente dinamici risultano il Coke e la raffinazione di prodotti petroliferi (il cui incremento molto rilevante, +74,7%, si spiega però in virtù del calo, anch’esso importante, registrato nel 2016, -24,0%), i Mezzi di Trasporto (+11,6%), i prodotti farmaceutici (+11,0%) e i prodotti chimici (+8,0%).

Per quanto riguarda i comparti del Made in Italy, le vendite all’estero sono aumentate in maniera più rilevante nei comparti della metallurgia (+6,6%), dell’alimentare (+4,9%) e della meccanica (+3,6%).

La crescita delle esportazioni manifatturiere nel primo bimestre 2017 appare molto diffusa anche in termini di mercati di sbocco. Tra quelli più importanti in termini di quote di mercato (Germania 13,2%, Francia 10,9% e Usa 9,2%) le esportazioni sono aumentate soprattutto negli Stati Uniti (+18,3%). Incrementi importanti si sono registrati anche in Russia (+31,6%) e in Cina (+31,0%) e in Giappone (+13,7%), mercati che insieme assorbono però solo il 6% dell’export manifatturiero italiano.

L’importanza degli Stati Uniti per le esportazioni manifatturiere italiane merita di essere sottolineata alla luce della recente decisione dell’amministrazione Trump di imporre restrizioni commerciali su alcune merci provenienti dall’estero.

L’introduzione di politiche commerciali protezionistiche, oltre a penalizzare le nostre esportazioni in un mercato ampio e particolarmente dinamico, colpirebbe soprattutto le micro e piccole imprese italiane. Quasi il 40% delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti nei primi due mesi del 2017 provengono dai settori del Made in Italy in cui esse sono più presenti (alimentari 9,7%, tessile e abbigliamento e accessori 10,3%, meccanica 19,0%).

Particolarmente a rischio in questa fase sono le esportazioni della meccanica, che nei primi due mesi dell’anno sono cresciute addirittura del 21,2% negli Stati Uniti ma solo del 3,6% a livello mondiale, della farmaceutica (+62,2% negli USA e +11,0% nel Mondo) e dei Mezzi di trasporto (+36,5% negli USA e +11,6% nel Mondo).   

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