Di padre in figlio, tra commercio mondiale e passione per la cucina: la via delle spezie passa da Livorno
Colori, profumi, sapori, un caleidoscopio di percezioni. L’utilizzo delle spezie per uso alimentare e terapeutico risale alla notte dei tempi, quando erano considerate “monete” ed avevano un valore inestimabile. Le spezie riecheggiano l’Oriente, paesi e popoli esotici e non ci si aspetterebbe di trovare in Italia, precisamente a Livorno, una tra le più antiche e rinomate aziende di spezie e condimenti: la WebbJames.
Fondata nel 1793 dai mercanti inglesi John Webb e Mr. Holmes – veri e propri antesignani delle opportunità offerte dal commercio globale, realtà che ancora oggi stentiamo a comprendere – l’azienda, grazie alle agevolazioni commerciali del porto franco di Livorno decise all’epoca dai Granduchi di Toscana, si specializza nel commercio di spezie all’ingrosso. La WebbJames, così verrà poi a chiamarsi, passa per generazioni di padre in figlio fino a quando viene acquistata da Oscar Trumpy, un coraggioso imprenditore norvegese originario di Bergen, amministratore della stessa dal 1931. Nel 1956 nasce quindi il primo stabilimento di spezie all’ingrosso specializzato nella lavorazione delle stesse. L’attività continuerà ad essere tramandata di padre in figlio ed oggi troviamo a guidare la WebbJames Federico Trumpy, figlio di Oscar, affiancato dai figli Elisa e Stefano.
“Sono cresciuto tra i profumi e i colori degli stabilimenti – racconta Stefano Trumpy – fin da piccolo giocavo intorno alle stive cariche di spezie ed erbe, mi divertivo un mondo”. Stefano è partito dal basso, ha fatto il garzone, la vera e propria gavetta presso l’azienda di famiglia. “Ho iniziato praticamente dallo stabilimento dove all’inizio facevo carico e scarico merci, ho fatto tutto il percorso lavorativo prima di diventare amministratore; da operaio a capo reparto, da manutentore all’ufficio vendite, la certificazione, ho ricoperto un po’ tutte le figure professionali all’interno dell’azienda, anche per una mia conoscenza personale. Poi mi sono appassionato, non esiste infatti una cosiddetta scuola di spezie; ci nasci dentro e impari, diciamo, ereditando conoscenze, valori e trucchi del mestiere. Per questo è difficile selezionare persone da inserire in questo contesto, che vanno formate partendo, letteralmente, da zero”.
Stefano viaggia molto per lavoro, passa all’estero almeno 3 mesi l’anno. “E’ fondamentale per la nostra attività, fare gli audit ai fornitori, vogliamo vedere i prodotti all’origine per questo partiamo dalla piantagione ed effettuiamo una visita ispettiva allo stabilimento di produzione. Fondamentalmente siamo un’azienda di lavorazione delle spezie, quindi tutta la pulizia, la macinazione, i tagli, tutte le lavorazioni che si possono fare sulle spezie, noi le eseguiamo con la massima accuratezza. Importiamo la materia prima, la lavoriamo e vendiamo il prodotto finito pronto per l’industria alimentare; spezie, erbe aromatiche, verdure disidratate, semi, funghi essiccati e miscele aromatiche”. Stefano, inoltre, ha la passione per la cucina e, ovviamente, utilizza molto le spezie in tutti i suoi piatti anche per le riconosciute proprietà di ognuna. “Le metto ovunque, se miscelate bene danno ad una pietanza un gusto più ricco ed esotico e possono riuscire a sostituire il sale che invece, come è noto, fa male. Se scelte nel modo giusto – continua Stefano – creano una sinergia che permette di sprigionare tutte le proprietà organolettiche e svilupparne il loro potenziale. Le spezie fin dai tempi antichi venivano utilizzate come medicinali, infatti una volta si andava dal droghiere, era come il farmacista. Poi si è scoperto che avevano la capacità di conservare gli alimenti”. Stefano crede fortemente nel potere curativo delle spezie e cita, spesso, libri scritti in merito.
L’imprenditore livornese ha tre figli e non da per scontato che lavoreranno per la prestigiosa azienda di famiglia, non farebbe mai nulla per forzarli in tal senso; ma una cosa per lui è fondamentale: “Faranno quello che vorranno e se vorranno lavorare in azienda, vorrei che prima lavorassero per un anno da un altra parte, diciamo sotto padrone, poi potranno venire in azienda, dopo essersi fatti un po’ le ossa. Guidare l’impresa sarà più semplice”.
La Webb James si distingue da sempre per la qualità e salubrità dei suoi prodotti; persegue l’obiettivo “Spezia sicura”, un metodo operativo che prevede un controllo totale della filiera, dalla coltivazione al consumatore; effettua un intenso monitoraggio dall’origine e si avvale di impianti all’avanguardia, di laboratori di analisi sia interni che esterni tra i più qualificati d’Europa, per garantire una costante qualità dei prodotti finali. E di questo, Stefano e il padre, sono orgogliosi.
Quest’anno la Webb James festeggia il suo 225° anniversario e certamente il nonno di Stefano, Oscar, come Mr. Webb e Mr. James sarebbero lieti di questo risultato. Di certo è felice papà Federico Trumpy perché grazie a lui e ai figli, la Webb James continuerà ad esserci.