“In un quadro che vede la tratta di levante della A10 al secondo posto in Italia  per numero di incidenti occorsi” –  ha sostenuto durante l’incontro in Prefettura Pino Barberis Presidente degli Autostrasportatori Savonesi di Fita Cna – “è impensabile risolvere i problemi senza individuare concrete alternative che riguardano la necessità  di nuove vie di collegamento verso il basso piemonte e il nord Europa lungo la tratta Carcare – Predosa, una bretella che sarebbe  realizzabile senza difficoltà insormontabili”.   “Così come” – prosegue Barberis – “occorre trovare una soluzione per la sosta dei mezzi pesanti sul nodo di Savona già oggi insufficente in caso di soste forzate a  seguito di emergenze legate al Piano Neve e alle norme internazionali che riguardano i periodi di sosta obbligatori dei trasportatori”.

Per affrontare nell’immediato l’emergenza legata ai gravi incidenti occorsi sul tratto Savona-Genova la Fita Cna  ha  inoltre proposto di adottare anche sulla A10 l’esperimento della terza corsia dinamica, ossia il ritorno a due corsie di marcia, con la possibilità di aprirne una terza solo in condizioni di traffico molto intenso, come durante i rientri della domenica sera, segnalate mediante gli impianti luminosi, che peraltro sono già installati su buona parte del percorso della A10. Esperimento adottato sul tratto bolognese della A14 dove ha dato buoni risultati. 

E’stato inoltre sottolineato il ruolo decisivo dei controlli e dell’attività di prevenzione mirata effettuata dai Comandi di Polizia Stradale e Municipale, con attenzione particolare al personale di guida di origine straniera stante l’altissima percentuale di incidenti di conducenti di nazionalità estera.

Dall’incontro, oltre alle misure urgenti di miglioramento del fondo stradale e di adeguata segnaletica dei punti di criticità, è emersa la necessità di ricercare a livello politico e istituzionale le  risposte in mancanza delle quali  il rischio sicurezza e della  paralisi della circolazione è destinato ad aumentare con gravissime conseguenze per tutta l’economia ligure. Tanto più questo problema si porrà in occasione dell’entrata in funzione della piattaforma di Vado – problema ben presente a tutti gli intervenuti e alle società autostradali che hanno ribadito però  l’impossibilità di operare investimenti di lungo periodo essendo prossime le scadenze delle concessioni ed ancora non definite da parte del Ministero competente le modalità di rinnovo.

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