La Regione Sardegna ha speso finora poco più del 20% delle risorse in dotazione con una spesa certificata del 17% (nel vecchio ciclo programmatorio nello stesso periodo la spesa certificata era stata del 26% della dotazione complessiva). Alla fine del 2018 risultano impegnati 386 milioni di cui 191 effettivamente spesi con una spesa certificata di 161 milioni (l’obiettivo minimo fissato era di 141 milioni).

Nella attuale programmazione la Sardegna, considerata tra le regioni “in transizione”, ha a disposizione 688 milioni (465 dal Por Fesr e 222 dal Por Fse) contro i 972 del ciclo passato: 284 in meno. Al 30 giugno 2018 i progetti monitorati in Sardegna sono poco più di 4.300, il 33% di questi risulta concluso, percentuale assai più elevata delle altre grandi regioni meridionali che si collocano tra l’11 e il 19%. Il costo pubblico complessivo di questi progetti risulta di quasi 3 miliardi ma per oltre l’83% risulta ancora in corso e per il 17% si riferisce a progetti non iniziati.

Nella precedente programmazione la Sardegna si era dimostrata una delle regioni più virtuose, registrando nella seconda parte del settennio una accelerazione di spesa maggiore di tutte le altre regioni italiane.

Piras e Porcu (CNA): “La realizzazione dei progetti della nuova programmazione renderà necessario nei prossimi anni – come nel precedente settennio – un rush finale per un pieno utilizzo delle risorse.”

Mancano solo due anni alla chiusura della programmazione comunitaria POR FESR 2014-2020 e la Sardegna ha speso poco più del 20% delle risorse a disposizione con una spesa effettivamente certificata che supera di poco il 17%. E’ quanto si evince dall’ultimo report del Centro studi della CNA Sardegna che analizza la spesa dei fonti comunitari da parte della Regione sarda comparando l’attuale programmazione a quella relativa al ciclo 2007-2013. In base al report – che analizza i dati aggiornati al 7 gennaio 2019) presenti nella sezione dedicata alla programmazione europea del sito della Regione sarda – alla fine del 2018 risultano impegnati 386 milioni di cui soltanto 191 effettivamente spesi. A tale data la spesa certificata ammonta a 161 milioni, un dato che rappresenta il raggiungimento dell’obiettivo minimo di spesa per il 2018, fissato in 141 milioni, ma questo risultato è molto più basso di quello relativo al ciclo di programmazione precedente. Nel vecchio ciclo programmatorio, che ha visto assegnata la totalità delle risorse disponibili, al 31 dicembre 2011 la spesa certificata relativa a progetti FESR era stata pari al 26% della dotazione complessiva.

“Anche se l’obiettivo minimo per il 2018 è stato centrato – ammoniscono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA Sardegna – la realizzazione dei progetti (FESR) della nuova programmazione sembra procedere ad un ritmo più lento della precedente. Per questo sarà necessario anche nei prossimi anni un rush finale per un pieno utilizzo delle risorse UE”. Confidiamo – continuano Piras e Porcu – in una forte accelerazione della spesa e nella capacità già dimostrata dalla Sardegna nel precedente ciclo di programmazione – di colmare i ritardi iniziali attestandosi tra le regioni più virtuose nella spesa dei fondi comunitari  nella seconda parte del settennio.  Tutto ciò mette in evidenza una modalità, forse non solo italiana ma che certo caratterizza il nostro  paese, di una corsa finale per raggiungere l’obiettivo ed evitare il disimpegno delle risorse, in molti casi vitali, messe a disposizione dalla UE. I dati disponibili per una valutazione del nuovo ciclo programmatorio sembrano confermare questa modalità, non certo virtuosa, ma che pare in qualche modo insita nell’impalcatura assai complessa e ridondante dei meccanismi che regolano l’utilizzo delle risorse comunitarie”.