L’Italia deve potenziare la formazione professionale e l’apprendistato. Lo afferma l’Ocse nel nuovo rapporto sulla crescita sostenibile nel quale l’Organizzazione riconosce gli sforzi compiuti dall’Italia negli ultimi anni per realizzare una serie di riforme tuttavia “la scarsa qualità delle infrastrutture, l’eccessivo peso normativo e le inefficienze fiscali e della pubblica amministrazione sfavoriscono il clima degli investimenti”.

L’Ocse dedica un ampio capitolo al tema dell’istruzione e della formazione. “Le riforme dell’istruzione – si legge nel rapporto – hanno collegato i curricula scolastici all’esperienza lavorativa”, ma “i contributi di sicurezza sociale per i giovani lavoratori sono stati tagliati”.

Secondo l’Ocse, inoltre, in Italia occorre “costruire un efficace percorso di apprendistato e formazione professionale”. Non solo. Si devono migliorare “l’istruzione e i programmi di specializzazione per gli adulti”, contribuendo così “a ridurre l’elevata percentuale di giovani non occupati” e ad “abbinare meglio le competenze dei lavoratori collegandole con un ambiente di lavoro in evoluzione”.

Altro tema rilevante nel rapporto è la giustizia. L’Ocse assicura che in Italia è “prioritario riformare il sistema giudiziario” in favore di una maggiore semplificazione e per assicurare un’efficace lotta contro la corruzione. “Un sano sistema giudiziario e un forte stato di diritto sono le condizioni per un’efficace implementazione delle riforme e in particolare per assicurare condizioni paritarie. Questa è una priorità in Cina, Grecia, Indonesia, Italia, Messico e Russia”, si legge nel documento. In questa cornice “le raccomandazioni abbracciano misure per il contrasto della corruzione, per il rafforzamento e la semplificazione delle procedure giudiziarie, il miglioramento degli appalti pubblici, in particolare nelle economie avanzate”.

L’Ocse, infine, esprime un giudizio positivo sull’introduzione in Italia del reddito minimo. “le famiglie povere ora hanno accesso a un reddito minimo garantito”, tuttavia la valutazione positiva sul reddito di cittadinanza è subordinata alla raccomandazione di “rafforzare” i centri per l’impiego e gli altri servizi sociali.