Dall’Ipsia al laboratorio nucleare sperimentale cinese
“Mi sono diplomato all’Ipsia”. Ci tiene a sottolinearlo, Gino Graziani, 45 anni. “Perché la scuola professionale, a me e a tanti altri artigiani, ha dato molto ed è ingiustamente sottovalutata”. E come dargli torto, visto che da un paesino, Borgo Velino, in provincia di Rieti, è finito a fare il responsabile montaggi degli impianti del primo reattore nucleare sperimentale refrigerato a piombo della Cina.
“Dopo gli studi e i primi lavori – racconta – ho fondato la Sev, Servizio elettrico velinio, insieme ad Angelo Castrucci. La nostra è una microimpresa: siamo solo due soci e, a seconda delle commesse, collaboriamo con altri artigiani o società. Ci occupiamo di installazione impianti in ambito civile, ma da sempre ho approfondito anche l’ambito industriale, la quadristica, l’automazione, le macchine a controllo numerico e così via. Finché nel 2008 c’è stata la svolta e, grazie alla collaborazione con una società romana che progetta impianti nucleari, ho iniziato a specializzarmi in ricerca e sviluppo di impianti sperimentali per la fissione e fusione nucleare”.
Sarebbe a dire? “Gestisco le installazioni sul campo, mi occupo della parte elettro-strumentale, in particolare delle attività dei reattori nucleari refrigerati al piombo”. E come è finito in Cina? “Sono tra i pochi in Italia che ha sviluppato queste competenze e sono entrato in contatto con l’Enea, che è impegnata a esportare il nostro know how negli impianti di questo tipo”.
“L’Enea da anni lavora al cosiddetto nucleare di quarta generazione – si legge nel sito dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile -. Un sistema che assicura, non solo sicurezza e sostenibilità, ma economicità, protezione fisica e resistenza alla proliferazione”. In particolare, l’Enea si sta occupando dello sviluppo di quella che definisce “una delle tecnologie più promettenti”: il reattore veloce e refrigerato a piombo.
“Il nucleare di quarta generazione – spiega Pietro Agostini, responsabile Unità Tecnica Ingegneria Sperimentale dell’ENEA di Brasimone – si differenzia dai precedenti, innanzi tutto, in termini di sostenibilità. E’ concepito, infatti, per poter utilizzare in maniera molto più efficiente il combustibile nucleare: questo consente un’utilizzazione oltre 100 volte della quantità di combustibile in termini di produzione di energia. E una notevole riduzione del fardello di scorie nucleari prodotte dal sistema”.
E così, dal 2013, Graziani fa avanti e indietro con la Cina. “Si tratta solo del primo step del progetto e non posso dire molto – aggiunge – spero solo di continuare a farne parte. Per me è una grande soddisfazione, che ho ottenuto grazie al mio impegno nel settore industriale”. E a giudicare dal ritmo di crescita della Cina e dagli investimenti previsti nel settore, che parlano di decine di impianti nucleari di nuova generazione nei prossimi anni, Graziani continuerà ad esportare il suo prezioso know how artigiano.