Grazie agli artigiani e alle micro imprese l’occupazione continua a crescere

Sono ancora gli artigiani e le micro imprese a sostenere la crescita dell’occupazione. Anche nel 2019 i posti di lavoro registrano una crescita pur se meno intensa rispetto agli anni precedenti. Secondo l’analisi realizzata dal Centro Studi della CNA e pubblicata sul quotidiano Il Foglio nella media dei dodici mesi del 2019 il numero di posti di lavoro ha registrato una crescita del 2,6%, in frenata rispetto al +3% dell’anno precedente. Il risultato è pur sempre positivo considerando l’andamento debole dell’economia italiana che permane in una fase di stagnazione che si protrae ormai dal secondo trimestre del 2018.

L’aumento degli occupati rilevato dall’Osservatorio Lavoro della CNA conferma il sensibile contributo di piccole e micro imprese e artigiani al miglioramento del mercato del lavoro. Dalla fine del 2014 allo scorso dicembre i lavoratori nelle micro e piccole imprese sono aumentati del 13,5% rispetto al +5% dell’intero sistema produttivo.

Le micro imprese si confermano la classe dimensionale più dinamica. Nel terzo trimestre dello scorso anno il saldo tra attivazioni e cessazioni per le imprese fino a 9 dipendenti è positivo per 124mila unità e sale a 224mila estendendo il campo a quelle fino a 49 dipendenti, pari al 71% del totale. E sono sempre le micro imprese che accusano le principali difficoltà nel reclutamento. Esprimono il 30% delle posizioni lavorative dell’intera economia ma il 39% dei posti vacanti, la percentuale più alta da quando è iniziata la rilevazione nel 2010.

La fotografia scattata dall’Osservatorio lavoro della CNA offre altri elementi per una analisi approfondita delle complesse dinamiche del mondo del lavoro. In particolare, anche in una fase di prolungata stagnazione della domanda aggregata dell’economia italiana i piccoli imprenditori cercano di non disperdere competenze formate all’interno delle proprie imprese.

Questa rappresentazione viene confermata anche dalle tipologie contrattuali. Il contratto a tempo determinato rimane lo strumento principale, applicato al 55,7% dei dipendenti nel 2019, anche se in diminuzione rispetto agli anni precedenti. E’ evidente che il decreto dignità ha avuto un impatto poco significativo non solo sull’intero tessuto produttivo ma anche sul sistema delle micro imprese.

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