“Ancora oggi non c’è coerenza tra l’immagine reale dell’Italia che produce e le scelte adottate dalla classe dirigente politica e amministrativa. Anzi, noto una tendenza a comportarsi l’esatto contrario. Fin quando ci si limita ai convegni, fin quando si è in campagna elettorale, la fotografia rimane corretta. Il problema sorge quando si passa ai provvedimenti. Molto spesso, gli strumenti sono tagliati a misura delle imprese di grande dimensione, che in Italia scarseggiano, e così i piccoli sono costretti a sprecare tempo e denaro per adattare leggi e regolamenti a loro misura”. Così ha sottolineato il nostro segretario generale Otello Gregorini intervenendo al convegno organizzato dall’Ente bilaterale nazionale artigianato su “Valore del lavoro, contrattazione, bilateralità, sviluppo” tenutosi nella Sala del parlamentino del Cnel. Una iniziativa sul futuro dell’artigianato alla quale hanno partecipato dirigenti delle organizzazioni datoriali e sindacali.

Introducendo i lavori, il presidente del Cnel, Tiziano Treu, ha sottolineato come la sfida della contrattazione vada presa molto seriamente ora che la profezia della sua fine ha fatto il suo tempo. Treu ha anticipato che il Cnel ha intenzione di “fare pulizia” nella selva dei contratti per lasciare in piedi solo quelli veri, firmati da organizzazioni datoriali e sindacali effettivamente rappresentative. Contratti efficaci, ha concluso l’ex ministro del Lavoro, sono la condizione indispensabile a rilanciare sviluppo e competitività.

A tal proposito Gregorini ha sottolineato che “le piccole imprese devono partecipare attivamente alla crescita dell’Italia. Noi siamo parte integrante del sistema Paese e bisogna ricordarlo in momenti irripetibili come l’attuale”.

“Nei prossimi anni – ha spiegato – arriverà a nostra disposizione una massa enorme di risorse che ci può far recuperare ritardi storici. Opzioni importanti che vanno colte nei tempi indicati. Ma se usiamo le modalità di sempre il nostro mondo ne rimarrà fuori con tutto quel che ne consegue non solo per noi ma per il Paese intero”.

“Prendiamo il caso degli appalti – ha puntualizzato – una serie di disposizioni, dalle dimensioni dei lotti alle modalità di aggiudicazione, ci tiene fuori dai lavori. La necessità per un armonico sviluppo è che le piccole imprese entrino nella partita in prima battuta, e non in seconda, terza o quarta. Il nostro mondo, il mondo dell’artigianato – ha concluso Gregorini – è pronto, con tutto il suo portato d’innovazione, competenze, preparazione. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità in questo momento storico, e ce le prendiamo, nell’interesse dell’Italia”.