“Da qui ai prossimi due-tre anni, l’obiettivo del fisco sarà quello di semplificare gli studi di settore e ridurli di numero per renderli più efficaci e più attendibili”. Questo è l’obiettivo della SOSE (la società ad hoc costituita dal Ministero dell’Economia), ribadita dallo stesso Ministero nelle Linee guida “Tesoro sul Fisco”.

Non solo, per il dicastero delle finanze “dall’idea di un fisco ostile e minaccioso si dovrà progressivamente passare a quella di un fisco amico, capace di risolvere problematiche e questioni aperte e di combattere i veri illeciti”.

Si tratta di obiettivi ambiziosi manifestati da tempo dalla CNA. Non si può non esprimere condivisione con quanto dichiarato dal Mef. Ora, però, occorre trasformare le dichiarazioni d’intento in azioni concrete che portino ai risultati auspicati.

Occorre garantire che la semplificazione degli studi di settore non determini un peggioramento della stima dei ricavi. Sarebbe, inoltre, importante condurre una sperimentazione su alcuni studi di settore significativi, già in revisione per quest’anno, per analizzare sul campo gli effetti della nuova metodologia. Occorre, poi, adottare soluzioni tecniche che garantiscano maggiore trasparenza e comprensione, anche da parte dei non addetti ai lavori.

Da ultimo, CNA auspisca che questo processo di aggiornamento degli studi di settore, sia anche l’occasione per chiarire le modalità di utilizzo dello strumento: metodo di stima dei ricavi o mero strumento di selezione per l’accertamento?