Non temono le distanze geografiche, anche se misurate in migliaia di chilometri. E sono convinti che dal mercato americano non si possa prescindere, se si vuole crescere. Ma negli Usa s’imbattono spesso in ostacoli insormontabili, o comunque irti di difficoltà: in primis, dazi troppo elevati e barriere non tariffarie restrittive. Sono convinti, perciò, che per rafforzare la propria posizione sul mercato nordamericano, o entrarci ex novo, il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) possa essere un efficace viatico. Ecco perché i micro-piccoli imprenditori vorrebbero saperne di più sul partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, ma non trovano soddisfazione nei media.

Questi i risultati, tutt’altro che scontati, scaturiti da una indagine, condotta dalla CNA in collaborazione con circa 600 imprese micro-piccole (Mpi) associate, sull’accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato tra l’Ue e gli Usa.

Risultati discussi nel convegno organizzato oggi dalla CNA intitolato “Il negoziato di libero scambio Ue-Usa. Quali prospettive per le imprese?”, con la partecipazione di: Carlo Calenda, Viceministro dello Sviluppo Economico; Luca De Carli, Negoziatore TTIP – DG Commercio Commissione Europea; Kathleen Doherty, Vice Ambasciatore USA in Italia; Daniele Vaccarino, Presidente Nazionale CNA; Sergio Silvestrini, Segretario Generale CNA e Giorgio Aguzzi, Vicepresidente Nazionale CNA. 

L’indagine CNA sul TTIP sfata alcuni luoghi comuni, a cominciare dalla scarsa propensione all’export delle Mpi. L’82% delle imprese esportatrici del campione, infatti, vende i suoi prodotti fuori dall’Europa e quasi un’impresa su cinque realizza oltre la metà dell’export extra-Ue. Il 76,2% delle piccole imprese che esportano negli Usa opera nei settori tipici del Made in Italy.

Ma che cosa si aspettano dal trattato le Mpi del campione che esportano o vorrebbero esportare negli Usa? Il 55% di quante già vendono negli Usa ritiene che dazi elevati e barriere non tariffarie restrittive costituiscano la principale difficoltà alla loro presenza nel mercato d’oltre Atlantico. E, paradossalmente, il 55% anche di quante, invece, non esportano negli Usa è convinto che il mercato statunitense sia, per ora, reso irraggiungibile dai dazi elevati e dalle barriere non tariffarie. Ma più del 45% delle Mpi non esportatrici e il 50% di quelle già presenti negli Usa ritiene che il negoziato potrà portare benefici alla propria attività. E vorrebbe saperne di più. Al momento, senza riuscirci. Oltre il 90% del campione, infatti, giudica insufficiente l’informazione fornita dai mezzi di comunicazione italiani sul TTIP.