Un pacchetto di proposte specifiche per dare voce e sostanza all’imprenditoria femminile abruzzese. E’ il tema dell’affollato seminario tenuto oggi pomeriggio a Pescara nella sede regionale della Cna, promosso dal Comitato Impresa Donna della confederazione artigiana e da Fidimpresa, il confidi del sistema associativo della confederazione artigiana. E che in effetti, lo scenario dell’imprenditoria “in rosa” abruzzese giustifichi pienamente il ricorso a strumenti straordinari, lo confermano alcuni dati: nel 2015 le imprese femminili in Abruzzo hanno rappresentano il 27% del totale, a fronte di una media nazionale cinque punti più bassa, con settore produttivi all’avanguardia dove la presenza di donne diventa fattore preponderante: in agricoltura (36% del totale, ma 42% a Chieti, nelle attività ricettive (32%), nel commercio (27%).

L’incontro, moderato da Letizia Scastiglia, direttore della Cna di Chieti, è stato introdotto da Luciana Ferrone, presidente di Cna Impresa Donna Abruzzo; dopo di lei sono intervenuti Cinzia Di Felice (che ha illustrato le funzioni istituzionali del confidi del sistema Cna regionale, Fidimpresa Abruzzo), Mario Pagani e Luca Rapposelli. Presenti, inoltre, l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Pescara, Sandra Santavenere, con la presidente della omonima commissione consiliare, Tiziana Di Giampietro.

Pagani, responsabile nazionale Cna per il credito, nel proprio intervento ha sottolineato come «gli anni della crisi ci abbiano consegnato una situazione fortemente problematica nell’accesso al credito delle imprese, in particolare delle piccole. Ragione per cui diventano strategici tutti quegli strumenti in grado di far ripartire il finanziamento alle imprese, ed in particolare quelle femminili: in questo senso, vanno bene diverse misure previste dal Fondo Centrale di garanzia, da altri soggetti pubblici quali Invitalia, ma anche dalle intese raggiunge con l’Abi, l’Associazione bancaria italiana». Rapposelli, responsabile dell’area pescarese della Banca popolare dell’Emilia Romagna, ha sottolineato come «se da una parte i nuovi vincoli patrimoniali imposti al sistema bancario ne condizionino fortemente l’attività, sta proprio nello sviluppo degli impieghi, e dunque nella concessione anche di finanziamenti al mondo delle imprese, una delle chiavi per  il rilancio dello stesso sistema bancario».