In Piemonte ripresa accelerata, ma innovazione moderata

Se il 2020 è definibile come un annus horribilis, il 2021 si presenta con tinte decisamente diverse. La pandemia non è sconfitta, come possiamo notare dalle cronache recenti e dalla quarta ondata nei paesi dell’est Europa dove le vaccinazioni vanno molto a rilento, ma l’economia si è rimessa in moto e così pure la società, seppure con le restrizioni necessarie. Così, il 2021 appare come un annus mirabilis, soprattutto osservando gli aspetti congiunturali. Queste conclusioni emergono dalla ricerca su oltre 1300 imprese piemontesi promossa dalla CNA regionale, in partnership con UniCredit e condotta dal professore Daniele Marini, docente di sociologia dei processi economici all’Università di Padova, direttore scientifico di Research&Analysis di Community e responsabile scientifico del progetto Monitor piccole imprese di CNA Piemonte.

Le tre “R” che contraddistinguono questo quarto Monitor sono tutte all’insegna dell’ottimismo.

  •  “Rimbalzo” perché dopo la caduta profonda registrata nei saldi congiunturali dello scorso anno, nel 2021 – sia per quanto riguarda il consuntivo dei primi sei mesi, sia per le prospettive di fine anno – i segni si presentano quasi tutti con il segno “+” davanti.
  •  “Ricostruzione” perché la sensazione è che non siamo di fronte a un semplice rimbalzo congiunturale dopo una brusca e improvvisa caduta, ma a un nuovo ridisegno delle imprese, delle loro strategie e delle attività in generale.
  •  “Rinnovamento” perché i fenomeni appena descritti si inseriscono in un solco dove gli artigiani e le piccole imprese piemontesi di CNA hanno realizzato investimenti nell’innovazione dei loro strumenti di lavoro all’insegna della digitalizzazione.

Accanto a questi tre indicatori più ottimisti, si riscontra una quarta “R” che significa rallentamento. A guardare con maggior profondità si tratta della conseguenza di una minore marginalità dovuta ai rincari: prezzi dell’energia e delle materie prime. Una riduzione che si trasforma, per il mondo della microimpresa e dell’artigianato, nella riduzione di investimenti a fronte della conservazione del capitale umano.

“Gli spunti che questa ricerca ci hanno dato ci consentono di poter meglio lavorare insieme alla Regione Piemonte e alle altre istituzioni alla creazione di politiche pubbliche a favore delle nostre imprese in un momento delicato come quello che stiamo vivendo.  Siamo infatti ben lontani dalla fine dell’emergenza. Qualora questo momento rappresentasse la fine della pandemia come l’abbiamo vissuta, l’emergenza per le nostre imprese permarrà ancora per un tempo che non siamo in grado di circoscrivere – afferma il presidente di CNA Piemonte, Bruno Scanferla – Da imprenditore che lavora nel campo dell’automotive, settore in grande fermento, sia per tutte le difficoltà descritte precedentemente sia per la grande evoluzione che coinvolge il mondo dell’automobile, sono estremamente preoccupato e credo fermamente che si debba porre davvero grande attenzione alla programmazione delle risorse pubbliche, evitando facili annunci di ripresa. Restando con i piedi per terra, dobbiamo analizzare costantemente la situazione ed essere capaci e flessibili nella comprensione e nella reazione alle difficoltà che quotidianamente ci troviamo davanti”.

“Il mondo delle imprese artigiane nel territorio – sottolinea la responsabile Regionale Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti – rappresenta una solida realtà  del sistema produttivo. Proprio per questo come UniCredit abbiamo costruito l’indagine Monitor con CNA, e siamo al quarto anno consecutivo, per misurare l’andamento del settore e per individuare i principali trend e le opportunità del territorio. Grazie alle risorse provenienti dall’UE col Pnrr, anche per il mondo artigiano è questo il momento di spingere sull’acceleratore, puntando dritto verso i processi di digitalizzazione e innovazione, per uno sviluppo strutturato e al passo con i tempi della nostra economia”.

In questa quarta rilevazione del Monitor sulle piccole imprese, sul tema dell’innovazione e della diffusione dei sistemi digitali, emerge che il 43% ha realizzato innovazioni sia di prodotto, sia di processo, misura doppia rispetto a quanto rilevato nel 2018 (20,2%). E questo processo deve continuare nel 2022.

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