In prima fila per contrastare la concorrenza sleale nella moda

All’indomani della scoperta di irregolarità in un laboratorio tessile abusivo a Reggio Emilia, non tarda ad arrivare il commento di Donella Lodi, presidente CNA Federmoda Reggio Emilia, la quale, solo un mese fa, era intervenuta sul tema, chiedendo che venissero applicate le nuove tabelle del costo orario del lavoro, essenziali per contrastare la concorrenza sleale nella subfornitura della filiera della moda. Tabelle, peraltro, redatte e condivise da CNA assieme alle altre associazioni imprenditoriali e sindacali del settore.

“Quanto emerso – incalza Lodi – ci costringe a non abbassare la guardia e a continuare a denunciare questi fenomeni di abusivismo che penalizzano le tante aziende sane che operano sul nostro territorio. Un plauso alla Guardia di Finanza e agli uomini della Polizia Municipale che giorno dopo giorno tutelano il mercato e i consumatori”.

“Abbiamo verificato l’esistenza di una disparità economica su tutto il territorio nazionale e la conseguente debolezza contrattuale della subfornitura rispetto alla committenza – aggiunge la presidente CNA Federmoda Reggio Emilia. Con questo accordo creiamo le basi per una competizione utile alla crescita, tanto delle imprese quanto dell’occupazione, grazie a condizioni certe e capaci di premiare chi le regole le rispetta. Solo un mercato capace di selezionare le imprese attraverso regole uguali per tutti i suoi concorrenti, può condurre ad una selezione virtuosa, che è la vera concorrenza leale”.

Non si tratta solo di concorrenza leale. Il riconoscimento del costo del lavoro deve essere considerato anche un cambiamento culturale, capace di coinvolgere il consumatore, ora chiamato ad essere parte attiva nella selezione del prodotto da acquistare. Un acquisto che deve prevedere un consumo responsabile nel rispetto della dignità del lavoro.

Alla base di tutto ciò c’è la volontà di dare il giusto valore al nostro Made in Italy, che è sinonimo di qualità. Come? Rispondendo all’esigenza di rendere etico e sostenibile il modo di produrre, creando condizioni di parità nella concorrenza e dando solo alla qualità del lavoro il valore aggiunto che può fare la differenza, anche attraverso l’uso delle nuove tabelle.