Investire sui giovani imprenditori per guardare al futuro

Nel 2011 in Italia a fronte di 100 imprenditori “anziani” c’erano 153 giovani pronti a sostituirli, nel 2020 il “ricambio” è sceso a 85 mentre in Paesi come Francia e Spagna il tasso di sostituzione intergenerazionale nonostante una flessione è stabilmente ben al di sopra di 100.

Per invertire una tale deriva occorre riformulare le priorità, rivedere la mappa delle scelte, eliminare le asimmetrie nella allocazione delle risorse. Favorire l’imprenditoria giovanile è un tema che non si può liquidare con qualche misura estemporanea o di piccolo cabotaggio ma esprime la capacità di un paese di investire nel proprio futuro. Senza dimenticare che le giovani imprese possono fornire un contributo determinante per riattivare l’ascensore sociale e ridurre le diseguaglianze. Con questa considerazione si chiude l’editoriale del Presidente di CNA Giovani imprenditori,  pubblicato sul quotidiano Il Foglio nel quale sono evidenziati i risultati di due indagini promosse dalla Confederazione e dalle quali emerge un clima di ottimismo tra i giovani imprenditori ed aspettative di rilancio. Quasi il 47% degli intervistati prevede un miglioramento della situazione economica nei prossimi 12 mesi mentre solo il 22,4% vede un peggioramento. Inoltre il 72,2% del campione è convinto che con l’uscita dalla pandemia si creeranno nuove opportunità di sviluppo e crescita per le giovani imprese. Il livello di fiducia nel futuro riflette anche il come è stata vissuta la profonda crisi. Quasi un terzo del campione ritiene che la propria impresa abbia vissuto l’esperienza della pandemia in modo migliore rispetto alle altre imprese del settore, mentre il 47,3% indica di aver risentito degli effetti negativi in linea con il comparto di riferimento.

Il dinamismo dei giovani tuttavia deve fare i conti con un ambiente che non incoraggia il fare impresa. I principali ostacoli sono la mancanza di adeguati percorsi formativi, la scarsa capacità del sistema bancario di sostenere progetti imprenditoriali innovativi e di qualità, l’assenza di un sistema mirato di incentivi per favorire la riconversione green di micro e piccole imprese, nessuna attenzione da parte delle istituzioni al tema del passaggio generazionale e del trasferimento d’impresa.

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