La prima metà del 2015 si è conclusa con qualche segnale positivo per l’occupazione in Sardegna.  Si tratta infatti della regione italiana in cui nel secondo trimestre dell’anno si è creato più lavoro dipendente. Sulle circa 82mila nuove assunzioni previste tra aprile e giugno nelle imprese private italiane 3420 sono previste in Sardegna. Un risultato ridimensionato dal fatto che la maggior parte delle nuove assunzioni hanno però un carattere meramente stagionale e sono legate al settore turistico. Con l’aggravante che, ad un confronto con i dati del 2014 quelli del 2015 sono estremamente negativi: rispetto allo scorso anno il saldo occupazionale è diminuito del 13%, le assunzioni sono calate  del 4,6% e addirittura del 14,9% proprio nel settore turistico.

Sono segnali contraddittori quelli che emergono dai dati dell’Unioncamere-Ministero del Lavoro sull’occupazione nel secondo trimestre 2015, elaborati dal Centro studi della CNA Sardegna. La nostra regione non sembra per ora aver ottenuto particolari benefici dalle misure sul lavoro messe in campo dal Governo Renzi per fronteggiare la crisi occupazionale. I programmi occupazionali delle imprese italiane – che si stima abbiano creato tra aprile e giugno 2015 complessivamente circa 82mila nuovi posti di lavoro dipendente nella penisola – sono stati in parte condizionati dal jobs-act e dagli incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato previsti dalla legge di stabilità 2015, ma anche da numerosi fattori positivi emersi dall’inizio dell’anno (riduzione del prezzo del petrolio, nuova politica monetaria della BCE, euro debole, riduzione dei tassi a medio-lungo termine, ripresa dei consumi, del mercato immobiliare degli investimenti). Con il risultato che oltre un quarto delle nuove assunzioni previste a livello nazionale (68.400 su 265.320) è a tempo indeterminato. Ma, come detto, in Sardegna questo non è avvenuto.

La situazione in Sardegna

Nel secondo trimestre 2015 le nuove assunzioni alle dipendenze previste in Sardegna sono 6.890 a fronte di 3.470 uscite: le aziende hanno previsto la creazione di 3.420 nuovi posti di lavoro con un incremento dell’1,6% rispetto agli occupati del primo trimestre, che come detto è il più elevato tra le regioni italiane. Eppure in Sardegna le assunzioni a tempo indeterminato rappresentano solo il 18,5% del totale dei nuovi assunti.

«Nella nostra regione – spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA – la spinta occupazionale più consistente continua ad arrivare dal settore dei servizi (l’84% del totale) e in particolare dal settore turistico con 3.610 nuove assunzioni, più della metà di quelle totali. Gran parte della spinta occupazionale registrata è dunque dovuta ad assunzioni stagionali. Per dare un’idea – proseguono Piras e Porcu – le assunzioni di dipendenti con contratto stagionale in Italia rappresentano il 38% del totale (101.060 unità su 265.320) mentre in Sardegna sono il 62% (4.490 unità), come detto concentrate nel comparto commerciale e turistico».

La situazione territoriale

La crescita occupazionale riguarda tutte le province sarde. Nuoro (inclusa l’Ogliastra) con 720 dipendenti in più segna un 3,1% di incremento, il più rilevante in regione (a livello nazionale secondo solo a Rimini, 6,2%). Tuttavia Cagliari con un saldo di 1.520 posti di lavoro in più rappresenta la crescita più rilevante in valore assoluto. Va osservato che le indicazioni più positive vengono soprattutto dalle piccole e medie imprese (1-49 addetti), con una previsione di 3.470 occupati in più, mentre per quelle più grandi il bilancio resta ancora negativo (-90 unità).

Il confronto con il 2014

Il Centro studi della CNA sarda mette in relazione i dati del 2015 con la situazione registrata nel 2014 evidenziando una dinamica nettamente negativa. Rispetto al secondo trimestre del 2014 le entrate previste segnano infatti un -7,1% (erano 8.200 contro le attuali 7.620), mentre il saldo complessivo segna addirittura un -13,3% rispetto ai livelli dell’anno scorso (3.900 contro le 3.380 unità attuali). Anche il settore turistico (alloggi e ristorazione) mette in luce livelli di crescita assai inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso con 4.240 assunzioni previste nel 2014 contro le attuali 3.610, segnando un calo del 14,9%. Un dato che – secondo l’associazione artigiana – si spiega con il fatto che probabilmente al momento dell’indagine le aspettative delle imprese sarde per la stagione turistica 2015 non tenevano conto dei numerosi fattori positivi che in questo periodo si sono delineati per il turismo internazionale in Sardegna (cambio favorevole, effetto expo, crisi greca, fattori di rischio nel Nord Africa).

“L’esistenza di qualche segnale incoraggiante sul fronte occupazionale non deve condurre a un eccessivo ottimismo – commentano Piras e Porcu -. E’ evidente che le aspettative di ripresa, in Sardegna più che altrove, sono dovute all’approssimarsi della stagione turistica, e pertanto risulta difficile misurare un qualche effetto positivo collegato con le politiche di sostegno del mercato del lavoro messe in atto dal Governo. Ma il dato che sorprende e fa riflettere – sottolineano i vertici della CNA sarda – è che il numero di nuovi assunti ed i saldi previsti sono ampiamente al di sotto dei livelli raggiunti nello stesso periodo dell’anno scorso. Questo dato è spiegabile con il fatto che le imprese sarde non potevano immaginare i numerosi fattori positivi che in questo periodo hanno rafforzato il posizionamento della Sardegna quale meta turistica internazionale: la nostra speranza è che la crescita dell’occupazione nella nostra isola  possa andare molto oltre le stesse aspettative, probabilmente prudenziali, delle imprese. Dal piano triennale sull’edilizia scolastica e da quello sulle infrastrutture attesa crescita positiva per l’occupazione si con celerità si passa all’apertura dei cantieri>”