XIV Rapporto Ismea-Qualivita,, la ricerca che annualmente fornisce un quadro complessivo del mondo delle DOP, IGP, STG alimentari e vitivinicole italiane.

Le DOP IGP italiane rappresentano il 21% delle esportazioni del settore agroalimentare e il 10% del valore alla produzione dell’industria agroalimentare nazionale e il paniere delle Indicazioni Geografiche si conferma fattore chiave della crescita del made in Italy nel mondo con una crescita del +9,6% del valore all’export nel 2015.

Il primo trimestre 2017 riporta numerose notizie positive alla produzione delle filiere certificate relativamente all’anno 2016.

Per i Formaggi DOP made in Italy cresce la produzione raggiungendo circa 524mila tonnellate con un incremento del +4% rispetto al 2015: i risultati derivano principalmente da

  • Grana Padano DOP,
  • Parmigiano Reggiano DOP,
  • Gorgonzola DOP e
  • Mozzarella di Bufala Campana DOP,

che insieme rappresentano più dell’80% del totale delle DOP prodotte. In particolare la produzione di Gorgonzola DOP cresce dell’1,78% (4.581.155 forme, 79.918 in più rispetto al 2015) confermando un trend in salita dal 2013.

Il Montasio DOP segnala una produzione in calo attestata sulle 900mila forme ma è già stato presentato un piano di rilancio triennale.

Per la Fontina DOP, su 407mila forme prodotte nel 2016, 371 hanno meritato la marchiatura segnando un aumento del +2% rispetto al 2015, e per la

Mozzarella di Bufala Campana DOP la produzione continua ad aumentare: nel 2016 ha messo a segno +7,2% (44,3 milioni di chilogrammi) che si aggiunge al +8,8% dell’anno precedente.

Per i Prodotti a base di carne si segnala la crescita del

Prosciutto di San Daniele DOP del +1% con 2.719.094 cosce di suino avviate alla lavorazione,

mentre resta stabile quella del Prosciutto di Modena DOP che chiude l’anno con 72.000 cosce in produzione.

Il Salame di Varzi DOP ha certificato il +12,8% di prodotto rispetto al 2015, perlopiù nel formato di piccola pezzatura,

mentre registrano una lieve flessione rispetto all’anno precedente i Salamini italiani alla Cacciatora DOP che si attestano sui 3.500.000 chili.

Nelle Carni fresche il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP conferma ottimi risultati, con una produzione di 19mila capi all’anno riconducibili alle tre razze Romagnola, Chianina e Marchigiana, grazie al lavoro di 3mila allevatori di otto regioni italiane, e anche

 l’Agnello di Sardegna segnala buoni risultati con una produzione di 755mila capi certificati per un ulteriore balzo in avanti nell’ultimo anno del +16% (105mila capi in più), confermando il trend positivo degli ultimi anni.

Per gli Ortofrutticoli

notizie relative al Radicchio Rosso di Treviso IGP la cui produzione del tardivo è cresciuta del +30% con una stima per fine stagione che supera i 10mila quintali;

La Mela Val di Non DOP presenta un piano per l’incremento della produzione biologica, ad oggi di circa 2.500 tonnellate con circa 80 ettari coltivati, e che prevede di raggiungere in cinque anni una superficie coltivata con metodo biologico di 300 ettari (+370%) per una produzione di mele stimata in 14mila tonnellate.

Bene il Pane di Altamura DOP che nel 2016 ha superato i 440mila chilogrammi con un aumento del +17,89% rispetto al 2015.

Per i Vini si segnalano i risultati di

Barolo DOP e Barbaresco DOP con 18 milioni di nuove bottiglie: + 6% le bottiglie sigillate di Barolo DOP, +5% quelle imbottigliate di Barbaresco DOP e +10% quelle del Langhe DOP.

Per l’Amarone della Valpolicella DOP crescita del +5% sul 2015.

Buoni i risultati anche per il Soave DOP vicino ai 40 milioni di bottiglie, mentre superano i 10 milioni il Soave classico DOP.

Sono invece circa 2 milioni le bottiglie di Etna DOP, una piccola percentuale rispetto all’intera produzione vinicola siciliana, ma con un altro valore delle uve.

Altri buoni segnalati per il Colline Teramane DOP(+13%), Montefalco Sagrantino DOP (+207% rispetto al 2013). Infine la denominazione Friuli DOP o Friuli Venezia Giulia DOP (già riconosciuta a livello nazionale e all’esame in Europa per l’inserimento nel registro comunitario) parte con il piede giusto: i viticoltori hanno infatti rivendicato, nel primo annodi vita, 1.500 ettari di vigne.

spesa alimentare delle famiglie italiane 2016

In merito ai consumi il contesto mostra un settore agroalimentare che, dopo un 2015 in cui si aveva mostrato un lieve recupero nella spesa alimentare delle famiglie italiane, nel 2016 ha una leggera contrazione pari al -0,5%.

D’altro canto, i dati relativi ai prodotti certificati mostrano un certo dinamismo dei consumi, con una crescita che nel 2015 era del +5,1% sulle vendite in valore dei prodotti DOP e IGP a peso fisso presso la GDO (Ismea su dati Nielsen).

I dati dei Consorzi segnalano, per il Prosciutto di San Daniele DOP, una quota di mercato pari al 12,5% in volume e al 15% in valore sul totale del prosciutto crudo nel 2016, mentre per Zampone Modena IGP e Cotechino Modena IGP un +1,5% rispetto al 2015.

Bene, fra i formaggi, la Fontina DOP che nel 2016 ha venduto più di 1 milione e 200mila pezzi da 250 grammi assestando il fatturato sui 20 milioni di euro.

Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, con una lenta e progressiva crescita attorno al +1,2% nel 2016, afferma il proprio giro d’affari attorno ai 44 milioni di euro.

Il Pane di Altamura DOP, insieme alla maggiore produzione annua di sempre, ha segnato nel 2016 anche un significativo aumento delle quote di mercato, di oltre il +30% se si considera l’ultimo triennio.

 

Per la Pera dell’Emilia Romagna IGP si rileva un incremento del +19% dei volumi venduti, un buon segnale per quanto i quantitativi sono ancora molto limitati.

Per i Vini, come segnala una ricerca IRI per Vinitaly, crescono significativamente le vendite dei vini DOP, con un +2,7% in volume e un +4,4% in valore con 224 milioni di litri venduti, proseguendo nel trend già promettente del 2015 (+1,9%).

Bene gli spumanti che crescono oltre il +7% con 54 milioni di litri venduti, bissando l’ottimo risultato del 2015 e il vino biologico che registra una crescita in doppia cifra del +25,7% per un mercato ancora giovane. La GDO si conferma il canale di vendita di gran lunga più grande nel mercato del vino con 505 milioni di litri venduti nel 2016 per un valore di un 1,5 miliardi di euro.

In particolare, il brindisi delle festività natalizie ha avuto un giro di affari di 510 milioni di euro, 440 milioni per le sole bollicine italiane dove a dettare legge sono stati il Franciacorta DOP, il Trento DOP e il Prosecco DOP.

Rispetto ai prezzi sul mercato nazionale si segnala, in primis, il risultato del Parmigiano Reggiano DOP che dopo un 2015 fra gli anni peggiori dell’ultimo decennio, ha chiuso il 2016 con una decisa ripresa, con la svolta soprattutto nella seconda parte dell’anno quando i prezzi all’origine sono balzati dai poco più di 8 euro/kg di giugno ai 9,66 euro/kg di dicembre, consentendo di chiudere con una quotazione media annua pari a 8,63 euro/kg, con un incremento del +12% rispetto al 2015.

 Per il Pecorino Romano DOP la situazione particolarmente difficile tra prezzo ai minimi storici (passato da 9,50 euro al kg a 5,20 euro al kg, con conseguenze pesantissime sul prezzo del latte alla stalla che ha perso oltre il 50% del suo valore) e produzioni di formaggio in eccesso, trova un salvagente nell’inserimento nel paniere dei formaggi DOP destinati agli indigenti, con 4 milioni di euro destinati all’acquisto di pecorino in esubero da parte dell’Unione Europea.

Bene il Prosciutto di Parma DOP per il quale, alla fine del 2016, la redditività è rimasta a un livello ben più elevato (+ 18%) rispetto all’omologo dato calcolato per le produzioni non tipiche (indagine Crefis).

Infine la certificazione risveglia l’attenzione verso lo Zafferano di Sardegna DOP, che in Italia spunta dai 12 ai 16 euro al grammo.

VINI

Per i Vini il Brunello di Montalcino DOP – presente alle aste nel 2016 in misura sufficiente per entrare in tabella con 15 quotazioni confrontabili con quelle dell’anno precedente – vanta un rincaro medio del +15,58% ottenuto con 10 aumenti di prezzo e solo cinque diminuzioni e consolida il primato di vino con la maggiore valutazione d’Italia: nelle ultime settimane ha spuntato il prezzo di oltre 10 euro al litro (+14,1% su base annua).

Da un punto di vista del valore dei terreni inclusi nel disciplinare di produzione si segnalano i risultati del Prosecco DOP, Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP, Asolo – Prosecco DOP i quali hanno registrato aumenti che vanno dal +30% al +45% , con un valore che supera il milione di euro all’ettaro a Valdobbiadene in area Cartizze.

A Montepulciano, invece, il patrimonio del  Vino Nobile di Montepulciano DOP vale oltre 500 milioni di euro e dà lavoro a circa mille persone.

EXPORT

Sul fronte export, nel 2016 tra prodotti dell’agricoltura, cibi e bevande, l’Italia ha esportato oltre 38,3 miliardi di euro, facendo registrare una crescita annua del +4%.

I prodotti certificati si confermano ambasciatori del made in Italy nel mondo: bene i Formaggi DOP che incidono significativamente sul valore delle esportazioni, con i ricavi derivanti dalle vendite estere hanno superato il miliardo di euro, aumentando del +3% rispetto al 2015 (dati Afidop). L’Asiago DOPcontinua a crescere nell’export (dati gennaio-novembre 2016) con buone performance negli Stati Uniti (+11,8%) ed Australia (+16%) in aumento per il terzo anno consecutivo e un buon +7% in Germania.

SALUMI

Le esportazioni di salumi italiani, nei primi nove mesi del 2016, hanno registrato una crescita a due cifre in Giappone con il +21,4% in quantità con 2.974 tonnellate e +15,7% in valore per un totale di oltre 29 milioni di euro (l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani partecipa inoltre a SalumiAmo DOP, il programma di promozione biennale con un budget complessivo di 800.000 € realizzato con il contributo dell’Unione Europea e dello Stato Italiano e con la collaborazione dell’agenzia ICE). L’export ha raggiunto per lo Speck Alto Adige IGP il 33,2 % delle vendite globali nel 2016, mentre per il Prosciutto di San Daniele DOP il 2016 è stato un buon anno con una crescita del +6% e un peso pari al 17% delle vendite totali: i Paesi UE valgono il 60% delle esportazioni, mentre Stati Uniti, Australia e Giappone sono le principali aree di vendita extra UE.

CARNE SUINA

Inoltre per l’export della carne suina e dei salumi italiani una buona notizia viene dal Taiwan (23 milioni di consumatori potenziali) che ha ufficializzato il riconoscimento dell’Italia quale Paese indenne da Peste suina africana.

VENDITE ONLINE

Interessante segnalare che, secondo i dati dell’ Osservatorio Export della School of Management del Politecnico di Milano, il Food è il settore con il maggiore tasso di crescita nel campo delle esportazioni italiane fatte attraverso canali digitali: la quota di vendite alimentari nel 2016 è del 17% mentre la crescita è di un +32%.

VINI

Per i Vini è ancora record per l’export nel 2016, secondo i numeri definitivi dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini su dati Istat e Ismea: 5,6 miliardi di euro, +4,3% sul 2015. Al netto delle bollicine (1,2 miliardi di euro e 3,3 milioni di ettolitri, +21,4% in valore e +19,9% in volume), trainate essenzialmente dal Prosecco (885 milioni di euro e 2,3 milioni di ettolitri), desta qualche preoccupazione il dato relativo ai vini fermi in bottiglia (-4,5% in volume, -0,7% in valore).

Uno dei mercati più strategici resta quello degli USA in cui vino italiano rappresenta una quota del 34% dell’import vinicolo, con un export complessivo del made in Italy di 1,7 miliardi di dollari in 11 mesi del 2016 e in crescita del +5,9% sullo stesso periodo del 2015.

Da segnalare il boom di vendite del Prosecco, +35,2% sull’anno precedente. Nel corso dell’ultimo quinquennio le importazioni negli USA di vini made in Italy sono aumentate del +61 % a valore e del +26% (Nomisma – Wine Monitor).

Sempre Nomisma segnala che nel Regno Unito l’import di vini italiani è aumentato nel periodo 2010-2015 del +64% a valore e +35% in volume surclassando a valore tutti i diretti competitor, e un altro record di vendite è raggiunto dal vino italiano in Cina (+32,7%, 120,2 milioni di euro) dove, però, le distanze con i competitor paradossalmente aumentano.

Il Consorzio di tutela Pignoletto Emilia-Romagna stima un aumento di export pari al +20% nel 2016, dopo il +15% del 2015, mentre Il Vino Nobile di Montepulciano DOP ha una quota destinata all’estero pari al 78% di prodotto, con la Germania primo mercato (46%) e una fetta consistente in Svizzera (16%), mentre il dato più significativo arriva ancora una volta dagli Stati Uniti che segnano una crescita rispetto al precedente anno (+1%) arrivando a rappresentare il 21% dell’export.

BIOLOGICO

In occasione dell’ultima edizione di Biofach di Norimberga, sono stati presentati i dati del mercato del biologico vale più di 80 miliardi a livello globale, con 50,9 milioni di ettari di terre coltivate (+14,7% rispetto al 2014) e 2,4 milioni di addetti che segnano un aumento per gli operatori del +7,2% sul 2014: l’Italia è al secondo posto in Europa per ettari coltivati (1,49 milioni) e per numero di produttori: oltre 52mila, con un trend di crescita del +15%. Le aziende certificate sono il 3,6% del totale, mentre il giro d’affari (dato 2016) è di circa 3 miliardi di euro.

DISTRETTI

Di estremo rilievo i risultati del nono rapporto annuale di Intesa Sanpaolo che confermano i distretti italiani motore dell’economia nazionale e quelli del Food occupano le prime posizioni della classifica:

  • Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP,
  • salumi di Parma,
  • vini dei colli fiorentini e senesi,
  • Mozzarella di Bufala Campana DOP.