Il Pnrr, che assegna ai Comuni 50 miliardi di euro, deve essere completato entro il 2026. E quattro anni, per i tempi della burocrazia, potrebbero non bastare. Il tema delle tempistiche allarma la CNA che esprime le sue preoccupazioni in una intervista sul “il Fatto Quotidiano”. “I tempi per il Pnrr sono strettissimi e, sebbene il decreto aiuti abbia stanziato delle risorse importanti per far fronte al caro materiali, c’è ancora del lavoro da fare” sottolinea il responsabile di CNA Costruzioni, Riccardo Masini. “Gli effetti del provvedimento si vedranno tra qualche mese, quando le regioni aggiorneranno i prezzari e a condizione che il Ministero emani un ulteriore decreto per la piena applicazione delle misure”. Insomma, è ancora presto per dire che le difficoltà sono state superate. Alcune aziende, come quelle che fanno lavori stradali, hanno risentito più di altre dei rincari anche perché non hanno potuto accedere ai ristori varati dallo Stato. Nel decreto compensazioni di marzo, infatti, venivano considerati soltanto una trentina di materiali che davano diritto al ristoro. E molte imprese sono state tagliate fuori. Inoltre c’erano soltanto quindici giorni di tempo per chiedere le compensazioni sulla base degli aumenti registrati rispetto all’ultimo semestre 2021. Il provvedimento di maggio contiene molte più voci “ma comunque poche rispetto a tutti i materiali che si usano nell’edilizia”, spiega Masini. Per il responsabile di CNA costruzioni, quindi, in questa fase c’è bisogno di “semplicità, chiarezza e organicità”. Invece “siamo a un provvedimento alla settimana o al mese, provvedimenti che poi devono incastrarsi tra loro. Questo complica ulteriormente il quadro”.

 

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