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Oltre mille camion. Più di 250  imprese di autotrasporto. Ottanta della sola provincia di Ancona. Ad oggi, solo nelle Marche, in tanti hanno aderito alla class action promossa da CNA Fita contro alcune case costruttrici di camion che hanno formato un cartello, accertato nel luglio 2016, dalla Commissione europea.

La campagna risarcitoria ha vinto il premio Antitrust 2017 nella categoria associazioni di imprese assegnato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ed è stata la prima azione collettiva in Europa, alla quale le imprese hanno potuto, e possono, aderire senza anticipare spese, senza rischiare nulla in caso di sconfitta.

L’obiettivo della class action è quello di recuperare i capitali illecitamente sottratti alle imprese tra il 1997 e il 2011, gli anni durante i quali è stato attivo il cartello che aveva lo scopo di tenere alti i prezzi di acquisto degli autocarri medi (tra sei e 16 tonnellate di peso) e grandi (oltre le 16 tonnellate) e di ritardare l’immissione sul mercato di innovazioni tecnologiche soprattutto dal punto di vista ambientale. Tutto ciò ha prodotto una distorsione del mercato a grave danno degli autotrasportatori e delle imprese artigiane che hanno pagato a prezzi molto più elevati i mezzi pesanti.

Secondo un calcolo di CNA Fita il cartello ha maggiorato i costi di ciascun trattore tra il 10 e il 20% del prezzo finale. Insomma, tra i 10 e i 20mila euro. Un appesantimento non da poco.

A livello nazionale sono oltre 3mila le imprese aderenti all’azione risarcitoria che sta collezionando emuli in Europa. Anche le associazioni degli autotrasportatori di Belgio, Francia e Spagna hanno a loro volta fatto ricorso contro le imprese del cartello. Un successo considerevole per CNA Fita che premia l’impegno profuso dal territorio, dalle imprese e dai professionisti in questa battaglia per l’affermazione della giustizia.

“Stiamo parlando di un’azione che prevede rimborsi consistenti per gli aderenti – spiega Fausto Bianchelli, responsabile CNA Fita Ancona – e alcuni risultati legali sono già stati ottenuti, come l’ammissibilità dell’azione collettiva e la sentenza del Tribunale di Milano che ha rigettato le eccezioni di prescrizione delle case costruttrici. L’adesione alla class action – conclude Bianchelli – è ancora aperta e totalmente gratuita”.