Un nuovo credito d’imposta per attività di R&S, l’istituzione di un fondo per il sostegno alle aggregazioni di imprese che svolgono attività innovative e l’introduzione di agevolazioni fiscali sulla tassazione dei beni immateriali sono gli strumenti messi a disposizione dalla Legge di Stabilità 2015 per sostenere le imprese che fanno ricerca e sviluppo.

La nuova versione del credito di imposta che sostituisce le disposizioni contenute nel DL “Destinazione Italia” estende la platea, prima ristretta alle sole PMI, delle imprese destinatarie del bonus a tutte le imprese. Prevede, inoltre, il riconoscimento di un importo massimo annuale più alto, una  soglia minima di spesa in attività di R&S più bassa e allunga,  fino al 2019, il periodo di agevolazione. L’importo del beneficio viene ridotto al 25%, a parte per alcuni tipi di spese che restano, invece, agevolate al 50%.

Parte delle risorse per l’attuazione della norma vengono reperite attraverso l’abolizione del credito di imposta per l’assunzione di profili altamente qualificati introdotto dal Decreto Sviluppo 2012 (DL 83/2012, art. 24).

L’altra novità riguarda le imprese che si uniscono in associazione temporanea (ATI) o in raggruppamento temporaneo (RTI) o in  rete per operare su manifattura sostenibile e artigianato digitale. Anche in questo caso più che di una vera e propria novità si tratta dell’introduzione di alcune modifiche alle disposizioni contenute al riguardo dalla Legge di Stabilità 2014.  In particolare, si tratta dell’istituzione di un Fondo, con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2014 e di 10 milioni di euro per il 2015 per sostenere le imprese che opereranno attraverso la promozione, la ricerca e lo sviluppo di software e hardware e l’ideazione di modelli di attività di vendita non convenzionali. Con le modifiche apportate dall’ultima Legge di Stabilità si è deciso di restringere l’ambito di applicazione dell’intervento alle sole imprese composte da almeno quindici individui.

Infine, per tutte le imprese che svolgono attività di ricerca anche mediante contratti stipulati con università o enti di ricerca, è stato introdotto un regime opzionale di esenzione parziale da imposte dirette e Irap dei redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali (ad esclusione dei marchi commerciali). L’esenzione crescerà gradualmente, 30% nel 2015, 40% nel 2016 per stabilizzarsi, a regime, al 50%.

Tutte le disposizioni dovranno essere attuate con successivi decreti ministeriali.