Dombrovskis

Aiutare le imprese europee a competere con la concorrenza straniera ‘sleale’, abbattere le barriere che ostacolano il mercato unico, sostenere le Pmi, valutare se le regole degli aiuti di Stato e delle fusioni servono ancora allo scopo: è la sintesi della nuova strategia industriale Ue, secondo quanto racconta il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. “Il mondo cambia e anche l’economia, l’industria europea deve adattarsi”.

La novità rilevante della nuova strategia europea è la centralità delle piccole e medie imprese, sulla base delle indicazioni del vice presidente dell’esecutivo comunitario. “Il mercato unico è il nostro asset economico più grande, ma il 70% degli operatori del mercato risponde ‘no’ alla domanda se è completo e se competono liberamente”, ha detto Dombrovskis.

Specialmente per le Pmi“, perché ci sono “barriere amministrative, regole diverse, solo il 17% delle piccole e medi imprese esportano verso altri Stati membri”. Inoltre, bisogna affrontare la questione dell’accesso al credito, “facile in alcuni Stati, difficile in altri”. Per cercare di sciogliere tutti questi nodi e rispondere alle critiche di chi si lamenta che “il mercato unico non funziona”, la Commissione creerà un “nuovo strumento pratico”, cioè una task force congiunta (Stati membri e Commissione), che affronterà le singole questioni. Altro aiuto sarà affrontare il problema dei ritardi dei pagamenti, “un grosso problema per le Pmi”, ha detto il vicepresidente.
Per Dombrovskis bisogna poi pensare alla concorrenza: “Le aziende europee devono mantenere il loro ruolo di leader in molti settori, è chiaro che quelle che affrontano una concorrenza globale devono essere in grado di competere allo stesso livello. Questo significa affrontare regole non eque della concorrenza all’interno del mercato unico e all’estero”, ha spiegato. La Ue intende farlo guardando a quelle aree dove le aziende hanno sussidi, o dove bisogna assicurare la reciprocità degli accessi alle commesse pubbliche.
“Con l’aiuto della strategia industriale dobbiamo poi aiutare le nostre aziende ad affrontare la transizione verso un’economia verde. E’ molto chiaro che in questo settore abbiamo un vantaggio competitivo, ma dobbiamo lavorare di più con il nostro settore industriale per assicurarci di mantenerlo. Anche nel digitale l’Ue ha un vantaggio ma ci sono settori in cui serve accelerare e non restare indietro”.