Le prestazioni sociali e previdenziali nel 2022.

Di Antonio Licchetta, responsabile Area normativa Patronato Epasa-Itaco

Che anno sarà, in termini di tutele sociali e previdenziali, il 2022 e quali prestazioni pensionistiche, di sostegno al reddito, di tutela della famiglia o di contrasto alla povertà, sono state introdotte dalla Legge di Bilancio?

Cerchiamo, per sommi capi, di fare una breve panoramica su tutti questi temi, partendo dalle pensioni, e cioè dalle grandi assenti nella legge di Bilancio, visto che a lungo nel 2021 si è parlato di una mini riforma per il dopo quota 100.

Ebbene, questa mini riforma non c’è stata, è stata rimandata al 2023, e per quest’anno si è proceduto solo con piccole modifiche, ma comunque significative, la più importante delle quali è sicuramente data dalla c.d. “quota 102”, che sostituisce la preesistente quota 100, e che consente, per chi matura entro il 31.12.2022, 64 anni di età e 38 di contributi, di andare in pensione.

A questo proposito, occorre precisare che la vecchia Quota 100 non è stata definitivamente superata, nel senso che chi ha maturato i requisiti entro l’anno scorso previsti per questa prestazione, e cioè 62 anni di età e 38 di contributi, potrà, se vorrà, andare in pensione appunto con quota 100 anche nel 2022 o negli anni successivi.

Novità nel 2022 anche per accedere all’APE sociale, e cioè quello scivolo al pensionamento di vecchiaia per chi ha 63 anni di età e si trova in determinate condizioni soggettive, come in stato di disoccupazione o con un familiare convivente affetto da handicap. Per questa prestazione, la legge di bilancio ha eliminato alcuni vincoli e ha esteso la platea dei lavoratori interessati.

Anche la cosiddetta Opzione donna è stata prorogata dalla legge di bilancio, e quindi ora è possibile anche per le donne che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2021 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi, purché il loro trattamento pensionistico venga ricalcolato con il sistema contributivo, generalmente meno favorevole rispetto alle regole comuni.

Queste le maggiori novità per il 2022 in materia di pensioni. Restano ovviamente le modalità ordinarie di accesso al pensionamento, e cioè la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata, come restano pure applicabili, nel 2022, alcune modalità particolari, che consentono di usufruire di uno “sconto” per l’accesso alla pensione, sconto in termini di età o di contributi, come ad esempio la disciplina riservata ai precoci (chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni di età) o a coloro i quali svolgono attività usurante, per i quali continuano ad applicarsi le vecchie quote.

Molte novità quest’anno riguardano anche la tutela per la famiglia e la genitorialità, la più importante delle quali è sicuramente il debutto, dal 1° gennaio 2022, dell’assegno unico universale per i figli. Questa misura, che sostituisce quasi tutte le misure già esistenti con analogo scopo, come assegno al nucleo familiare e bonus vari, non è stata introdotta dalla legge di bilancio, ma comunque merita di essere menzionata per la sua importanza poiché, proprio perché universale, spetta indipendentemente dall’attività lavorativa svolta. Nessuna distinzione è più prevista quindi, perché l’assegno spetta a tutti, dipendenti, autonomi, parasubordinati e chiunque abbia figli fino a 21 anni di età in famiglia.

Restando in tema di maternità e famiglia la legge di bilancio contiene invece interessanti misure relative ai congedi di maternità per le lavoratrici autonome, tre mesi in più per loro, e ai congedi di paternità, oltre ad apprezzabili misure dirette a favorire la parità di genere e la decontribuzione per le lavoratrici madri.

Sul contrasto alla povertà, il tanto discusso Reddito di cittadinanza non solo è stato mantenuto, ma sono stati incrementati anche gli stanziamenti, pur con un inasprimento dei controlli per verificare il diritto e il mantenimento di questo sostegno.

Sugli ammortizzatori sociali la legge di Bilancio del 2022 ha operato un vero e proprio riordino della materia, in particolare per quanto riguarda l’integrazione salariale, i fondi di solidarietà bilaterale e NASpI e DIS COLL. Per queste ultime ad esempio, è stata estesa la platea di soggetti che possono ottenere queste indennità; sono stati eliminati alcuni requisiti richiesti come ad esempio, per la NASpI, le 30 giornate di lavoro nell’anno che precede lo stato di disoccupazione; è stato reso più favorevole il meccanismo del decalage, e cioè quel sistema che fa diminuire l’importo dell’indennità di disoccupazione con il passare del tempo di fruizione.

Queste in rapida rassegna le maggiori misure di politica sociale previste per quest’anno, fermo restando che la legge di Bilancio rappresenta, ogni anno, l’occasione per introdurre una miriade di norme particolari, che anche quest’anno spingono a definire la vecchia Legge finanziaria “Decreto omnibus”.