Purtroppo l’esperienza mostra che le attestazioni SOA non sono sinonimo di garanzia di qualità dei lavori e di sicurezza dei cantieri e l’estensione dell’obbligo anche ai lavori che beneficiano dei bonus edilizi rappresenta un’altra picconata al sistema degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare. CNA ribadisce la totale contrarietà all’estensione dell’obbligo di attestazione SOA al settore privato, norma inserita nel decreto aiuti che sta completando l’iter parlamentare di conversione.

In un confronto con esponenti della politica, la Confederazione ha evidenziato che le SOA sono assolutamente estranee al mondo del mercato privato delle costruzioni e estenderle ai lavori che beneficiano degli incentivi rappresenta “un indebito ostacolo, quasi un vero e proprio atto di ostilità”. CNA ha ribadito che l’attuale definizione nel decreto è “intollerabile”. La vera questione è l’utilità delle attestazioni SOA nei lavori di riqualificazione degli edifici. “L’utilizzo di risorse pubbliche già prevede una serie di obblighi e vincoli. Per i bonus edilizi c’è un livello di controllo molto elevato e rigoroso che passa attraverso la certificazione dei costi, le progettazioni, l’aggiornamento dei prezzari”. Inoltre l’idea di giustificare le SOA in quanto si utilizzano risorse pubbliche allora si potrebbe imporre ai condomini di selezionare le imprese attraverso un bando europeo.

La contrarietà all’estensione dell’obbligo SOA non è neanche nel costo dell’attestazione. Molte imprese non la richiedono perché hanno scelto di non partecipare al mercato pubblico. Insomma oltre ad essere inutile in merito agli obiettivi che si prefigge, la SOA è assolutamente non coerente rispetto al funzionamento dei bonus edilizi. Il vero tema degli ecobonus oggi, ha ribadito CNA, sono i miliardi di crediti nei cassetti fiscali delle imprese che non riescono a cedere e che in molti casi ne mettono a rischio il futuro.